IMG_4137 Venerdì 26 febbraio, alla Casa delle Donne, l’entusiasmante e caloroso incontro con Ottavia Piccolo – che era già stata “madrina” della Casa all’inaugurazione, l’8 marzo di due anni fa – e buona parte del cast di “Sette minuti”, lo spettacolo di Stefano Massini con la regia di Alessandro Gassman, che fino a domenica 28 è stato in scena allo Strehler di Milano. Una collaborazione, quella tra Casa delle Donne e Piccolo Teatro – Teatro d’Europa, che proseguirà e che è stata salutata anche da Sergio Escobar, direttore del Piccolo, intervenuto nella serata di venerdì.

Il tema dello spettacolo e dell’incontro è il rapporto tra donne, lavoro, diritti e dignità. Parte da una storia vera. In una fabbrica tessile la nuova proprietà assicura il mantenimento dei posti di lavoro in cambio di una rinuncia che sembra irrilevante: 7 minuti di pausa al giorno in meno.

Quando l’operaia più anziana, Bianca (Ottavia Piccolo) ritorna nella saletta del Consiglio di Fabbrica con la proposta aziendale, cui bisogna rispondere sì o no entro il giorno dopo, le altre dieci lavoratrici festeggiano con sollievo lo scampato pericolo del licenziamento e irridono i suoi dubbi.

“Ma Bianca insiste sul fatto che bisogna parlare, riflettere, ragionare” dice Ottavia Piccolo. “Perché quei pochi minuti al giorno corrispondono a 600 ore al mese regalate all’azienda, perché potrebbero essere il primo di una serie di cedimenti successivi, di altri ricatti, perché darebbero un segnale non solo alle 200 compagne di lavoro, ma anche fuori di lì, alle altre aziende, agli altri lavoratori…”.

 

L’incontro con Ottavia e le attrici di “Sette minuti”, inizio di una bella collaborazione con il Piccolo Teatro

L’incontro con Ottavia e le attrici di “Sette minuti”, inizio di una bella collaborazione con il Piccolo Teatro

Così, di fronte ai suoi interrogativi, emergono le storie personali, i bisogni e di desideri di ciascuna nei confronti del lavoro e della vita, le relazioni di ciascuna con lei e con le altre. E pian piano i pareri cambiano, anche se una maggioranza alla fine non ci sarà, né per il sì né per il no, lasciando allo spettatore tutta l’incertezza e l’ambivalenza di una scelta difficile, che rimanda alla situazione in cui tutto il lavoro oggi è inserito, stretto tra bisogni individuali, strapotere della finanza, rischi e paure indotte dalla globalizzazione.

Le attrici del cast si sono raccontate alla Casa anche attraverso il loro personaggio. Così Olivia (Paola Di Meglio), operaia con trent’anni di esperienza in fabbrica che è anche madre di Sabina, un’operaia giovanissima (Eleonora Bolla) in conflitto con lei. E Fatou (Balkissa Maiga), attrice maliana che rappresenta una delle “straniere” che sanno “cos’è la paura”. E Sofia (Vittoria Corallo) l’impiegata contabile che cerca certezze nei numeri, e ancora Arianna Ancarani (Lorena) e Arianna (Silvia Piovan) per cui “il lavoro è tutto”.

Ci hanno parlato anche della loro esperienza come gruppo di donne e di attrici, di età e provenienze diverse, dopo 115 repliche in giro per l’Italia. Una ci ha confidato che nella vita avrebbe votato “sì” a quell’accordo. Un’altra ci ha parlato di come quel “no” conquistato sulla scena avesse ogni sera rinnovato in lei una forza interiore. Il loro spettacolo, andato “tutto esaurito” in molte città, ha raccolto grande entusiasmo soprattutto tra i giovani.

Insomma, una bella serata e una bella storia, su cui ci piacerebbe continuare a riflettere.

 

Grazia Longoni