Screenshot 2016-04-19 15.57.25Alla Casa delle donne è nato il gruppo Fotografia. Da un primo invito per un aperitivo svoltosi nello scorso dicembre, il gruppo è andato via via defininendosi nei successivi tre incontri. Formato non solo da fotografe, ma in modo più ampio, da storiche, docenti, artiste, esperte in comunicazione, videomaker. Attualmente stiamo formando laboratori-gruppi di lavoro sulla base di tematiche di attualità ma anche storico analitiche.

Il 18 maggio 2016 alle ore 17 si terrà ANTONIA POZZI – SOPRA IL NUDO CUORE, il nostro primo evento ufficiale, aperto a tutti, a cura di Giovanna Calvenzi e Ludovica Pellegatta, curatrici del Catalogo e della Mostra “Sopra il nudo cuore” organizzata da Fondazione Cineteca Italiana presso lo Spazio Oberdan di Milano.

Proietteremo immagini che attraversano il percorso di vita di una poetessa, una fotografa, un’artista, una donna.

 

“Mi sono cimentata in mirabolanti exploits fotografici”, scrive Antonia Pozzi alla madre Lina il 5 luglio 1929. Ha diciassette anni, ed è questo l’inizio della sua relazione con la fotografia. Di questi “exploits” rimangono oggi 4.000 stampe di piccolo formato e 12 album che raccolgono le sue immagini, una straordinaria autobiografia visiva di una delle più significative voci poetiche del Novecento.

Mentre agli inizi per Antonia Pozzi la fotografia è un modo per collezionare souvenir di viaggio e di vacanza, per registrare i momenti lieti della sua vita, nell’ultima parte della sua esistenza emerge una diversa consapevolezza del mezzo fotografico. La fotografia diventa un’esperienza da condurre in solitudine, rivelando quella speranza di radicamento esistenziale che è all’origine del suo progetto di romanzo sulla storia della Lombardia rurale. Nell’estate del 1938, l’anno della sua morte, la Pozzi inizia un intenso lavoro di documentazione, compiendo alcune spedizioni fotografiche nei luoghi in cui si sarebbe dovuto ambientare il romanzo. Le fotografie dell’ultimo anno esprimono il desiderio di “farsi una cultura agricola”, rappresentando il mondo contadino come il simbolo di primordiale semplicità. Non c’è traccia nelle sue immagini dei tormenti e delle passioni che traspaiono nelle sue liriche: le immagini di Antonia Pozzi conservano la poesia di un viaggio in un mondo sospeso nel tempo, un viaggio attraverso la poesia della natura alla ricerca di serenità e di pace.