IMG_7824La nostra Casa che una volta era una Scuola, una grande scuola superiore, la sua vocazione di scuola l’ha mantenuta, anche se ora ha tutt’altra utenza e obiettivi. L’abbiamo raccontata il 13 maggio nel venerdì del “Corridoio” di Apri@amo ad altre socie molto interessate alla nostra esperienza che ci hanno subissate di domande tanto che non abbiamo nemmeno terminato di riferirne tutti gli aspetti. Ci dobbiamo rincontrare ci siamo dette, lasciandoci.

Cosa abbiamo raccontato. Che in questo anno scolastico abbiamo avuto 63 iscritte di 24 paesi diversi, di cui 30 provenienti da Comunità protette: più dell’anno passato che era il primo anno. Certo non tutte assiduamente frequentanti. Perché come accade in tutte le scuole di italiano c’è un forte turnover per varie ragioni. Abbiamo 25 socie “insegnanti” di cui la maggior parte non ha mai insegnato ma si impara affiancando le più esperte. Facciamo un’ora e mezza di lezione per 4 giorni alla settimana e con un orario complessivo di circa 10 ore. Le nostre alunne possono frequentare anche tre lezioni la settimana e se arrivano ad iscriversi sono accolte in ogni momento dell’anno. E poi abbiamo parlato di didattica, dove una nostra particolarità è quella mezz’ora di canto tutte insieme che è molto utile a socializzare alunne di ogni livello e che Marcella Inga, la nostra “maestra di canto” segue con grande passione proponendo canzoni i cui testi sono poi ripresi per insegnare strutture della nostra lingua. Della serie imparare a socializzare cantando.

Ma abbiamo anche detto che il nostro obiettivo è più ampio: quello che “la Casa sia di tutte”‘ quindi anche delle donne migranti.

Ci piacerebbe realizzare una sorta di laboratorio sociale dove chi arriva da “straniera” possa vivere oltre l’ambito del corso di italiano, esperienza che le inseriscono nella Casa in un tessuto di relazioni tra donne.

Un lavoro difficile per le condizioni materiali delle nostre “alunne” molto impegnate a cercare un lavoro, oppure a mantenere quello che hanno e con poco tempo a disposizione per se’.

Noi comunque ci proviamo e alcune di loro, più padrone della lingua, partecipano ad alcune iniziative e momenti di incontro che organizziamo, che non abbiamo potuto raccontare per mancanza di tempo. Lo faremo in un prossimo incontro.

Intanto vi invitiamo tutte alla Festa della “Scuola”

Sabato 18 giugno, dalle 15.00 in poi:
diplomi per le nostre alunne, canti e…”mangiarini interculturali”.

Francesca Amoni, Scuola di Italiano delle donne per le donne migranti

 

Ed è proprio nel Corridoio, dove si saranno vissuti ai tempi della scuola superiore chissà quanti intervalli, che si è ritrovata la radice antica di una pianta cambiata: colori diversi, altri suoni…
Grazie Francesca, grazie “socie insegnanti”, alla prossima.

Per il “corridoio aperto”, Elena