Un’intensa giornata con le artiste disabili della Cooperativa Fraternità e Amicizia alla Casa delle Donne. Un incontro che ci ha emozionato, arricchito, commosso. E un arrivederci

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Antonella, Simona, Stefania, Carlotta, Paola, Daniela, Giovanna, Elettra e tutte le altre se la ricorderanno a lungo questa giornata alla Casa delle Donne. Protagoniste per un giorno di ammirazione e di applausi con i loro lavori: disegni, dipinti, sculture, poesie, voce, oggetti artigianali. Orgogliosamente esposti ai visitatori, ai colleghi maschi, ai genitori e agli amici. Per dimostrare che proprio chi, come loro, è segnato da una disabilità intellettiva o psichica può esprimersi “non con la testa ma con l’emozione”.

“Questo è un evento artistico perché arte è la capacità di ogni essere umano di trasmettere emozioni” hanno detto Vincenzo Niro e Raffaella Ganzetti, presidente e direttrice della Cooperativa sociale onlus Fraternità e Amicizia aprendo la mostra “Diversamente Donna – Anche le disabili sono donne” che si è svolta alla Casa delle Donne durante il lungo pomeriggio di venerdì 6 giugno.

E ce la ricorderemo a lungo anche noi della Casa delle Donne, questa giornata. Un mix di incontri, dialoghi, performance. Le artiste disabili della comunità e dodici artiste di fama internazionale  esposte l’una accanto all’altra negli spazi di via Marsala. L’autoritratto elaborato con una faticosa ricerca di sé da Paola accanto alla serie di autoritratti – anch’essi frutto di una ricerca di sé – di Elettra Gorni, diplomata a Brera.

La bella voce di Stefania Di Benedetto, che nella comunità ha iniziato a cantare, accompagnata quasi in sordina dalla vocalist Carola Caruso.

E le altre voci, quelle del Gruppo Narrante che raccontano “come sono diventate donne”. Superando rapporti con un padre per cui “non valevo niente”, confessando di “star bene anche senza figli” ma ammettendo  che “figli non possiamo farne perché con le difficoltà che abbiamo ce li porterebbero via”. Raccontando di un’omosessualità scoperta a 16 anni nell’ostilità totale della famiglia. E parlando dei loro lavori artistici: “A volte la testa ci fa degli scherzi, arriva la paura, ma poi abbiamo scoperto l’emozione, anche se a volte ci scappa di mano“.

E ancora le voci di Elisabetta Fraccacreta e Carola Caruso che leggono e intonano tre poesie di Alda Merini. Seguite dalle poesie delle ragazze. Come quella di Simona Chiarioni dal titolo “Disabilità”:

“Come una pozzanghera/che i passanti/calpestano ignari”.

La Casa delle Donne è trasformata dall’occhio artistico di Veronica Pozzi, la giovane artista che ha invitato le 12 performer di fama e ha guidato l’installazione delle opere, e dal team della cooperativa. All’ingresso c’è una statua in legno a grandezza naturale, ricavata da un albero, che rappresenta il corpo di una donna ed è firmata da Edi Sanna. Tutto il corridoio è punteggiato dalle “Cupole” sospese di Claudia Canavesi e concluso dai gruppi di monaci di Monica Sgrò, fusioni in bronzo che rappresentano “il sacro e il sociale”.  Da un muro ci guardano due Vermeer iperrealisti perfettamente eseguiti da Silvia Lopez. E si potrebbe continuare.

Verso la conclusione, una trascinante performance di Belly dance e Jazz  da parte di Chiara Sangiovese e Chiara Gualazzi – due danzaterapiste, e poi l’aperitivo all’aperto, con le chiacchiere, i saluti, i sorrisi. E una promessa: Fraternità e Amicizia e la Casa delle Donne sono stati l’una per l’altra una scoperta. E faranno tante altre cose insieme.

 

Grazia Longoni