Foto di Bruna Orlandi

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Un corteo oceanico ha attraversato Verona: tra cori, striscioni, flash mob, interventi dal camion. Un corteo pieno di vita e desideri, contro coloro che, rinchiusi nei loro palazzi, vorrebbero negare le nostre esistenze libere rendendole terreno di conquista e propaganda. Un corteo che con rabbia e determinazione racconta delle biografie che non sono rinchiuse in nessun proclama o spot fuori tempo.

Una capacità egemonica, quella del movimento NonUnaDiMeno (movimento internazionale nato da pochi anni) che col suo tema del “femminismo intersezionale” ha dapprima dato una nuova connotazione alla giornata dell’8 Marzo, trasformandola in momento di lotta e sciopero senza mimose e retorica e sabato ha portato a Verona, nei giorni del Congresso Mondiale delle Famiglie, 100 mila persone (dato confermato da Digos e Polizia stradale) tra femministe laiche, donne cattoliche, gay, trans, partiti, sindacati e tutte/i coloro che non vogliono permettere che si prendano decisioni sul corpo delle donne e sulle scelte libere di ognuna/o.

Mentre in contemporanea, al Congresso Mondiale delle Famiglie, si parlava di redenzione degli omosessuali, di cancellazione

Foto di Bruna Orlandi

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dell’aborto e di bellezza della famiglia unita per sempre, nelle strade di Verona una marea colorata diceva no a tutte le ipocrisie e ribattezzava i relatori di quel Congresso “Gli impresentabili”, che hanno descritto le femministe come “rappresentanti dell’industria dell’aborto, che vogliono continuare ad arricchirsi uccidendo bambini” (parole di Ignacio Arsuaga – presidente dell’associazione antiabortista e omofoba CitizenGo).

Ancora una volta la forza delle donne ha dimostrato che insieme si può cambiare perché nei giorni successivi alla manifestazione il sottosegretario con delega alla Pari Opportunità Vincenzo Spadafora ha dichiarato che il provvedimento Pillon è chiuso e che quel testo non arriverà in aula perché archiviato. C’è da chiedersi quale sia il significato dato alla parola e quali saranno i passi successivi perché “archiviare” non vuol dire “ritirare”. Mentre il ministro Spadafora accenna a un nuovo testo siamo sempre più convinte che la marea eccede ogni confine!

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