Domenica 26 settembre in occasione della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato ospiteremo nella casa di via Marsala, la giornalista Sara Manisera, che presenterà il suo ultimo libro “Racconti di schiavitù” ,storie vere  di sacrifici e lotte di uomini e donne “non migranti, ma lavoratori” scrive Sara  Manisera,…. “migranti “è generico e anonimo  perché ognuno cerca un lavoro  per migliorare la propria vita  e quella dei figli” .Li accomunano lotte e sacrifici per lo  sfruttamento nel loro lavoro dovuto soprattutto alla Grande Distribuzione Organizzata  che mercifica l’agricoltura, mette il profitto prima del rispetto dell’uomo e dell’ambiente:  sfruttamento che si abbatterebbe se si “scegliesse una filiera agroalimentare sana senza i costi minimi calati” solo sugli ultimi, sui lavoratori.

L’autrice del libro, giornalista, collabora con diverse testate, e ha scelto di raccontare  storie di braccianti  impiegati  nelle campagne italiane conosciuti durante un viaggio iniziato in Puglia,  continuato in Piemonte,  in Calabria e concluso in Sicilia. Un viaggio che volutamente ha seguito il ciclo delle stagioni, fondamentali quando si coltiva la campagna, e che è iniziato in estate, per proseguire in inverno,  in autunno e, infine, in primavera. Racconta storie di una realtà di cui si sente parlare troppo poco ma che esiste davvero , come sono reali i protagonisti delle storie di questo viaggio in 4 tappe che, oltre ad offrire un racconto coinvolgente, suscita pensieri e riflessioni importanti sulla storia delle emigrazioni dei contadini italiani, lavoratori che hanno lottato col sangue  per i diritti della terra, del cibo , guidati da sindacalisti come Di Vittorio e Placido Rizzotto in Sicilia: lotte di resistenza, di sacrifici, continuate ora dai“ nuovi schiavi” di migrazione forzata, dai braccianti lavoratori stagionali  come con lo sciopero di Nardò del 2010 dei braccianti africani  dopo le rivolte di Rosarno

Tornando più volte in quei territori e parlando non solo coi lavoratori ma anche con attivisti e volontari, Sara è venuta in contatto con qualche progetto “virtuoso” pensato per una filiera agroalimentare che tuteli l’ambiente e la dignità dei lavoratori: “per mettere insieme le esperienze di resistenza di chi era sfruttato ma anche di chi cerca soluzioni significative per la difesa del diritto al lavoro, alla casa in una parola del diritto a una vita degna.”