Da sinistra: Vittoria Longoni, Claudia Valeriani, Filomena Rosiello e Angela Giannitrapani

Da sinistra: Vittoria Longoni, Claudia Valeriani, Filomena Rosiello e Angela Giannitrapani

Molte persone hanno affollato lo Spazio da Vivere per il quinto Bookcity alla Casa delle Donne, in un’atmosfera di partecipazione cordiale. Mentre scorrevano immagini dei dipinti dello straordinario pittore viennese, si sono intrecciate riflessioni corali che hanno spaziato dalla letteratura alla psicoanalisi, dai ricordi personali alle creazioni artistiche e ai miti.

Quando nel Gruppo Libr@rsi abbiamo cominciato a pensare all’edizione 2018, ci siamo rese conto che quest’anno cade il centenario della morte del pittore Gustav Klimt ma, soprattutto, ci siamo ricordate di aver letto un libro speciale per molti versi, intitolato appunto Le muse di Klimt (ed. Electa/Mondadori). È un romanzo scritto da una nostra socia, Paola Romagnoli, che ribalta il classico punto di vista tra ritraente e ritratta. Nel suo libro sono le muse a parlare di sé, del pittore e della loro relazione in un gioco di specchi rovesciato. Sullo sfondo, la Vienna tra fine Ottocento e inizi Novecento con l’intenso rigoglio culturale, artistico e architettonico del Modernismo, con donne sempre più consapevoli e indipendenti.

Chiara Corio mostra una delle sue stanze

Chiara Corio con i suoi Artefatti

Ma quando abbiamo proposto a Paola un incontro sul suo libro, lei si è subito schermita e ha rilanciato: avrebbe accettato, a patto di rimbalzare dal libro ad altre forme di arte. Inevitabile per noi pensare a Chiara Corio e ai suoi Artefatti. Dopo qualche incontro progettuale il gioco era fatto! Avremmo attraversato ateliers e stanze della creazione, stanze delle donne reali o immaginarie, antiche o improvvisate, fino a quelle simboliche abitate da figure mitiche e misteriose. L’arte che ispira l’arte, in un fluido percorso che avrebbe toccato perfino l’attualità di una stanza per donne migranti.

Le pagine di Paola, le immagini dei quadri di Klimt, le vesti rivoluzionarie e fantastiche di Emilie Flöge, sua compagna di vita, e poi le stanze tridimensionali di Chiara, la stanza della nonna di Claudia Valeriani, giornalista ritratta accanto alla sua fedele macchina da scrivere; la stanza del Sé, disegnata da Filomena Rosiello con pennellate storiche e letterarie fino alle nuove sirene che Vittoria Longoni ha fatto guizzare davanti agli occhi del pubblico numeroso e attentissimo. Il giovane musicista Enea Astori ha accolto gli ospiti e con la sua sensibilità musicale ha evocato Ravel nel modo migliore che si possa fare.

È stato un viaggio multidimensionale nell’arte e nella bellezza, con un coro di voci diverse e di donne in armonia tra loro.

Angela Giannitrapani

BCity18Pubblico