La violenza sulle donne nella vita quotidiana e come arma di guerrauna giornata di riflessione promossa in partnership con Radio Popolare, che su questi stessi temi ha programmato una serie di uscite e servizi.
Sabato 21 novembre alla Casa delle Donne di Milano
Ore 10-13 proiezione del film “Donne dentro”, dibattito con la regista e le protagoniste
Ore 15 incontro con Staša Zajović, promotrice del Tribunale delle donne della ex Jugoslavia 

nastro-rosso_882Di femminicidio si continua a morire. Nonostante la campagna di sensibilizzazione promossa dal 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha designato il 25 novembre come “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, solo nei primi sei mesi di quest’anno in Italia 74 donne sono state uccise da uomini con cui avevano una relazione affettiva o familiare e ci sono state più di 5 mila denunce di atti persecutori contro le donne.

Ne parliamo la mattina di sabato 21 novembre con la regista Marzia Pellegrino, che nel docufilm “Donne dentro” racconta tre storie drammatiche attraverso la viva voce alle protagoniste: una madre che perso la figlia, uccisa dal marito, e due donne che con grande sofferenza sono riuscite a spezzare la quotidiana violenza subita dal partner. Una di loro, Daniela, sarà presente con la figlia che ha denunciato il padre.
Interventi di Cristina Carelli e Francesca Garisto (Casa delle Donne Maltrattate di Milano), Carlotta Carattoni (Cooperativa sociale Cerchi d’Acqua), Daniela Fantini (Soccorso Violenza Sessuale).

Al femminicidio e allo stupro come vere e proprie armi da guerra, mai abbandonate nei conflitti vicini e lontani in tutto il mondo, è dedicato il pomeriggio di sabato 21. Sarà con noi Staša Zajović, Donna in Nero di Belgrado, attivista per la pace e per i diritti delle donne: a vent’anni dalla strage di Srebrenica in Bosnia Erzegovina, ci parlerà del Tribunale delle Donne della ex Jugoslavia, Uno spazio dove le donne, attraverso le testimonianze rese di fronte a una giuria di esperte internazionali, si sono poste non più solo come vittime di crimini e violenza ma come soggetti di giustizia e di una nuova concezione dei diritti umani.
Introdurrà l’incontro Paola Melchiori della Casa delle Donne di Milano.

Nell’intervallo tra il dibattito del mattino e quello del pomeriggio, la Casa delle Donne mette a disposizione un servizio di catering. Sarà richiesto un piccolo contributo. E’ necessario prenotarsi all’inizio dei lavori.

 

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“Donne dentro” (2013)c_ae35ab8709

Giovanna Ferrari è mamma di Giulia Galiotto, che l’11 febbraio 2009, all’età di 30 anni, viene assassinata dal marito. Altre due donne hanno subito violenze fisiche e psicologiche dai mariti per anni, prima di trovare una via d’uscita. Le loro figlie erano minorenni quando trovarono forza e coraggio per denunciare le violenze familiari di questi uomini. Tre generazioni raccontano drammi ed esperienze vissute in prima persona, senza filtri, senza volti sfocati o voci alterate, nella consapevolezza che la loro esperienza possa significare, per altre donne, per chi giudica, assiste, interviene in situazioni di violenza, uno stimolo indispensabile per trovare soluzioni. Un documentario fatto di testimonianze dirette, intrecciate tra loro, a descrivere un unico grande dramma della nostra società, che è però possibile arginare.
Il documentario è stato voluto e sostenuto dal Soroptimist Club di Cuneo, con il contributo di Lions Club Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Consulta Femminile del Piemonte e Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano. La produzione è stata resa possibile grazie alla fattiva collaborazione di Rete Antiviolenza Cuneo, Associazione Mai+Sole e Comune di Cuneo Pari Opportunità.
Marzia Pellegrino, nella realizzazione del film, si è avvalsa della collaborazione di Sandro Gastinelli, della musica di Luca Allievi e della partecipazione straordinaria di Ughetta Lanari, la voce di “Sfide” e “Emozioni”, che ha interpretato l’incipit del documentario.

La regista Marzia Pellegrino
Autodidatta, con il marito Sandro Gastinelli, realizza documentari su vita, storia, cultura e tradizioni in montagna, con i quali ha partecipato ed è stata premiata nei più importanti Filmfestival di settore italiani ed europei: Trento, Cervinia, Lessinia, Autrans, Graz, Les Diablerets.
Un altro filone del lavoro di Pellegrino riguarda l’universo femminile. Tra i suoi lavori, “Unaza fort, l’anello forte” (2008), rilettura in chiave albanese de “L’anello forte” di Nuto Revelli; “Donne d’Alpe” (2012, liberamente tratto dal precedente lungometraggio “Marghé marghìer”); “Donne dentro” (2013), sulla piaga del femminicidio, con cui ha vinto nell’aprile 2014 il premio quale miglior film su tematiche sociali al Catania Film Festival.
Nel 2000 ha “inventato”, insieme a Sandro Gastinelli, il Rosbella Film Festenàl, definito “il più piccolo film festival del mondo”, che dal 2007 è confluito nel Festival della Montagna di Cuneo, di cui la coppia Pellegrino/Gastinelli cura la sezione video-cinematografica.
vedi un’intervista

Il Tribunale delle Donne della ex Jugoslavia
BosnaUn’idea nata subito dopo la fine del conflitto che ha sconvolto i Balcani dal 1992 al 1995 che si è tradotta, negli ultimi cinque anni, in un lungo e paziente lavoro, svolto attraverso centinaia di riunioni e assemblee nelle città e nei villaggi e culminato con la grande manifestazione che si è svolta a Sarajevo nel maggio scorso.
Il Tribunale delle donne della ex Jugoslavia – sorto sull’esempio delle “Corti delle Donne” nate in Asia nel 1990 per raccogliere le testimonianze delle “comfort women”, le donne obbligate a prostituirsi ai soldati – è  stato uno spazio che ha consentito alle donne di porsi non più solo come vittime di crimini e violenza ma come soggetti di giustizia che attraverso le loro testimonianze hanno  creato nuovi paradigmi di giudizio, influendo sulla concezione dei diritti umani e sulle istituzioni internazionali che si occupano di questi temi e sono chiamate in causa in situazioni di guerra e violenza.
Le donne, custodi della memoria, hanno osato alzare la loro voce non solo per raccontare una tragedia personale, ma anche e soprattutto per rivendicare giustizia e verità, condizione necessaria per guarire le ferite di un’intera comunità e superare l’odio e il rancore che alimentano le divisioni e non consentono di andare oltre l’immagine dell’altro come nemico.  Alla parola “riconciliazione” hanno preferito la parola “riparazione”.
La giuria, formata da esperte internazionali, ha ascoltato le testimonianze delle donne sulle violenze e sui crimini subiti, ma anche sulla loro strategie di resistenza.  Le testimonianze sono state raggruppate, in questo caso, intorno a cinque temi: crimini di guerra contro la popolazione civile, uso del corpo delle donne come campo di battaglia, violenza militare, persecuzione delle persone considerate “diverse” in guerra e in pace, violenza sociale ed economica.

aa_picture_20150411_5017244_webStaša Zajović, è un’attivista femminista e pacifista, cofondatrice e coordinatrice delle Donne in Nero (DiN) di Belgrado. Ha promosso la rete internazionale di solidarietà delle donne contro la guerra, la rete degli obiettori di coscienza e la battaglia antimilitarista in Serbia durante il conflitto nella ex Jugoslavia nei primi anni Novanta.
Ha organizzato manifestazioni e attività didattiche su diritti umani delle donne, le politiche di pace, le politiche di solidarietà etniche e interculturali.
E’ autrice di numerose pubblicazioni sulle donne e la politica, la guerra, il nazionalismo e il militarismo, la resistenza delle donne alla guerra e l’antimilitarismo. Per la sua attività ha ricevuto numerosi premi. Nel 2005 è stata candidata al Nobel per la Pace.