Eccoci sotto il solleone con due proposte di libri da leggere con calma. Il conflitto tra le donne di Sophie della Vanth (VandA 2020) riflette su un tema che sicuramente ci riguarda: come gestire, anzi rendere fruttuosi per la crescita di tutte i conflitti che si aprono spesso tra di noi? L’autrice non si limita a consigliare mediazioni e tecniche di comunicazione non violenta, propone un approccio profondamente, e utilmente, femminista. Sempre edito da Vanda 2020 il testo di Katia M., Fai la brava – Se il mostro delle favole è mio padre. Una lettura che colpisce: è stato difficile scrivere questa storia vera da parte dell’autrice. Una vicenda tremenda di violenza subìta in famiglia per molti anni da una ragazza che infine trova il coraggio di parlare, denunciare, raccontare l’accaduto, per liberarsene e contribuire alla presa di coscienza di tutte.
Continuate a mandarci commenti e contributi all’indirizzo librarsi@casadonnemilano.it, li pubblicheremo anche in agosto. Nell’archivio del sito, alla voce “minirecensioni”, tutti gli oltre 50 consigli motivati di lettura. Buona estate!

Sofie della Vanth
Il conflitto tra le donne
VandA edizioni, aprile 2020, disponibile anche in ebook

Copertina 1 (Della Vanth)Il conflitto tra donne, accolto e vissuto con ascolto e reciprocità, offre a tutte le persone coinvolte un’occasione preziosa di comprensione e illuminazione. Negli inevitabili contrasti si manifesta anche l’interesse politico maschile a dividere tra di loro le donne: questo viene da 5.000 anni di patriarcato, densi di atrocità e di mancato riconoscimento culturale, che hanno lasciato tracce e ferite profonde. Ma proprio per questo bisogna assumersi la responsabilità dei conflitti che si aprono, riconoscere che nascono dalle ferite proprie e dell’altra, guardare con sincerità e compassione la comune origine di questo dolore, viverli e comunicarli tra donne per un reciproco arricchimento, creativo e divertente, di forza vitale e di pensiero.
L’autrice propone questo messaggio in base alla fiducia di un legame tra donne “ritrovato e coltivato con il nucleo divino di ogni manifestazione della vita” e alle facoltà acquisite in decenni di pratica femminista. Quindi non suggerisce solo tecniche di mediazione e di Comunicazione Non Violenta, che pure possono essere utili. Le donne in ambito patriarcale si sono dovute staccare dalla fonte originaria della vita, non ricoprono posizioni di potere con naturalezza e hanno perso la connessione con la loro intelligenza intuitiva. Ogni conflitto nasce da queste basi e può essere un’occasione condivisa per fare passi avanti, comprendere e liberarsi.
La proposta più convincente dell’autrice, per tutte le persone coinvolte in un conflitto, è quella di concedersi di ammettere che ci sono delle ferite nel proprio essere, e senza limitarsi allo sfogo dell’accusa e della rabbia collocare queste ferite su un tessuto più grande, dare ascolto pieno al dolore dell’altra e al proprio, riconoscere i bisogni e i desideri in gioco, da parte di entrambe. Le accuse e i rimproveri nascono da una posizione patriarcale di mancanza, di povertà e di bisogno; non si attacca mai da una posizione di agio relazionale, benessere e ascolto reciproco: questa è la vera ricchezza da riscoprire.
Si tratta quindi di operare una ricerca condivisa, una com-passione disinteressata che innesca divertimento e trasformazione. Sullo sfondo, c’è la possibilità di ritrovare la connessione con la realtà intera, con la sacralità della vita: la consapevolezza che tutto è frutto della stessa materia, della stessa luce, dello stesso spirito vitale. Sofie della Vanth propone una nuova spiritualità femminista che porta anche a riconsiderare la magia e l’estasi, ma che si esprime soprattutto nel contatto ritrovato con la natura ( e con la musica e la sessualità ) e in un’arte creativa della relazione tra donne, dentro e oltre i conflitti.

Vittoria Longoni


Katia M.
Fai la brava – Se il mostro delle favole è mio padre
Vanda edizioni 2020, disponibile in ebook

Copertina 2 (Katia M.)Si tratta purtroppo di una storia vera, anche se il nome dell’autrice – che riporta la tremenda esperienza della sua infanzia bruciata e violata- è modificato per motivi di privacy. Alla fine del testo, ci sono documenti delle denunce, perizie, ordinanze, stralci del processo tenuto, sentenze in vari gradi di giudizio, perché “Katia M.” all’età di 18 anni ha trovato il coraggio di denunciare il padre e infine è stata creduta e ha avuto giustizia.
Una bambina che ha subìto quattordici anni di abusi terrificanti, dentro le pareti domestiche, da parte della persona che avrebbe dovuto proteggerla e guidarla, in un contesto familiare fitto di silenzi, di diffidenza e di omertà. Forza e rabbia, amicizia e amore e la nascita di una figlia l’hanno sostenuta nel sopravvivere alla violenza, nel denunciare, nel volere oggi vivere con pienezza la sua vita e raccontare la sua terribile vicenda: dolore, angoscia, solitudine, terrore,inquietudine e confusione estrema, sensi di colpa, autolesionismo, ribrezzo e odio verso il padre, se stessa e il mondo, fino al desiderio di morire. Il difficile percorso per ritrovare autostima, piacere sessuale, fiducia. E quante difficoltà nel parlarne con altri, quante ritorsioni e insulti, quante minacce, quante pressioni, che rapporto difficile con la madre, quanto dolore anche nella lunga vicenda processuale.
Parlare, denunciare, raccontare la violenza può essere liberatorio per sé e molto utile per incoraggiare altre persone. Infine Katia conclude: “Usare il male che mi è stato fatto per diventare una persona migliore anziché consumarmi nell’odio o nell’autodistruzione è stata la mia regola, la mia filosofia. Se dal male nasce altro male non si arriva da nessuna parte; ma se dal male nasce anche solo una briciola di bene questo sarà duro come l’acciaio (…) Io sono qui e sto vivendo la vita che ho scelto di vivere. Spero che questo mio messaggio arrivi nel profondo di tutti voi”

Vittoria Longoni

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