(Feltrinelli, 2019)

La “personaggia” protagonista è una bambina che vive dentro un baule, in polemica contro le norme sociali della borghesia dell’epoca, e in particolare contro la madre che gliele vuole imporre. Dopo molte preghiere, cede al volere dei genitori ed esce dal baule, accettando di comportarsi da ragazza “normale” e di rendersi desiderabile all’universo maschile. Con un gran ballo che ne celebra l’ingresso in società – descritto e raccontato con accentiamo comici e surreali e una forte dose di polemica sociale – inizia la sua nuova vita, mirata al matrimonio e agli obblighi domestici che esso impone: “La casa è la famiglia: un’istituzione sacra che va rispettata e difesa: più si accresce, più si accresce il bene del Paese. È dovere della sposa farla prosperare”. Attraverso le vicende della massaia, attraverso quella che nella sua introduzione la scrittrice e studiosa Nadia Fusini definisce “una ribellione radicale”, le pagine vibrano di un continuo interrogarsi sulla maternità, la femminilità, il pensiero, la vanità dell’umano operare, e sulle ragioni profonde della schiavitù femminile, sempre con accenti umoristici e amari al tempo stesso.