di Vittoria Longoni, Angela Giannitrapani e tutto il gruppo Libr@rsi.

Avevamo da poco festeggiato gli straordinari 89 anni di Laura Lepetit Maltini e non riusciamo ancora a crederci di averla persa, vitale e praticamente immortale come la pensavamo. Tanti i progetti ancora in corso, a cui lei stava partecipando col consueto entusiasmo: il pomeriggio di studio su Anna Maria Ortese, gli eventi di motivazione alla lettura delle autrici, la puntata romana di ottobre del progetto Editrici femministe.

Laura LepetitOra ci mancano di colpo la sua amicizia, il suo coraggio, il suo talento, le sue idee brillanti: sempre un passo avanti, aveva accolto con gioia l’incontro con le giovani editrici militanti in campo LGBTQ, aveva lanciato l’idea di fare un quotidiano femminista, o almeno una radio…

Il coraggio che le aveva fatto superare rapidamente  anche  una brutta frattura, che la spingeva a muoversi disinvolta per tutta Milano a bordo della sua auto, la sua volontà di rivederci sempre in presenza, era lo stesso con cui aveva fondato e diretto  per decenni La Tartaruga, scovato e riproposto col suo fiuto eccezionale decine di scrittrici.

Laura ha il merito storico di aver trovato o riscoperto grandi autrici, narrative geniali, saggistica profonda del pensiero femminista: da Nadine Gordimer ad Alice Munro e Ivy Compton Burnett, da Virginia Woolf a Luce Irigaray, da Grazia Livi a Silvana La Spina, Paola Masino, Anna Maria Ortese e tante altre.

Tutte scrittrici che continuano ad essere lette e pubblicate. E’ morta a pochi giorni di distanza da Roberto Calasso: due grandi editori milanesi, ma Laura a differenza di lui privilegiava senza riserve le autrici.

La Tartaruga diretta da Laura, dal 1975 al 1998 ha pubblicato esclusivamente testi di scrittrici, scelta confermata  anche negli anni successivi, quando il marchio era già stato acquisito da Baldini&Castoldi (non – come erroneamente ha scritto Severino Colombo sul Corriere della Sera – un catalogo La Tartaruga  composto per “quasi la metà di autrici”!).

Laura era ironica, lucida, a volte quella che poteva sembrare durezza era in realtà espressione della sua forza: reagiva sempre ai momenti di debolezza di alcune di noi spronandoci a proseguire con energia. Era allergica agli autocompiacimenti dolorosi. Oggi ci direbbe : “Forza ragazze, non deprimetevi, sono vissuta e morta bene, vi lascio tanti libri e tante cose; la vita, la lotta, la scrittura delle donne e il femminismo vanno avanti.”

Persona libera e indipendente, energica e determinata, teneva bene il suo punto: a volte ci ha costrette a discussioni impegnative prima di arrivare a decisioni condivise. Ma ne valeva la pena! Il suo lato tenero emergeva quando parlava dei suoi figli, dei nipotini, dei suoi gatti, della casa in Maremma.

Cara Laura, sei stata per noi una grande forza e risorsa.

Non ci è consentito fermarci: farlo sarebbe tradirti e smentire la tua tenacia. Una tenacia non rigida di puntiglio ma elastica e resistente di consapevolezze e speranze. In te é sempre stata forte la coscienza della strada tracciata da chi ci ha preceduto e di noi in cammino, hai sempre avuto la misura del cambiamento: le cose non sono uguali a prima, solevi dirci e rimproveravi ogni tentativo di scoraggiamento. Ma il tuo sguardo prospettico e largo scorgeva dove noi a volte non vedevamo.

Il tuo spirito combattivo ma propositivo aveva accolto ultimamente una maggiore pace, come se le conquiste fossero testimoni rassicuranti e l’inarrestabile processo di evoluzione delle donne e dei loro movimenti, sentinelle a garanzia di una nostra buona vita futura e di migliori equilibri del mondo.

Mai satura di tanta vita, ti aprivi a curiosità e conoscenze, ai nuovi femminismi dell’altra parte dell’emisfero e ti proiettavi nel futuro con una disinvoltura che ci ha indotto a pensarti indistruttibile.

E lo sei, nella tua eredità culturale. Cercheremo di proseguire, anche per te.