imSabato 23 novembre alle 15,30 avremo ospiti d’eccezione alla Casa: la regista iraniana Camelia Ghazali, classe 1985, che da mercoledì 20 porta in scena al Piccolo Teatro lo spettacolo “I’m a Woman. Do you hear me?” sarà con noi insieme a due attrici della compagnia da lei fondata, il Praxis Theatre Group, e al drammaturgo Toomaj Danesh Behzadi.

La domanda “Sono una donna. Mi senti?”, ossessivamente ripetuta durante lo spettacolo, parla della condizione della donna in Iran: essere troppo e troppo spesso inascoltata o ridotta al silenzio, ignorata dal mondo circostante. È questa la chiave del lavoro di Ghazali. «Definire la nostra identità di donne è semplice in rapporto ai ritmi della natura, ma è complesso in relazione al mondo esterno» ha detto Ghazali in una recente intervista. «Di qui la paura di non essere ascoltate, considerate e quindi di venire ignorate. L’atmosfera dello spettacolo è una melodia danzata, in cui diverse voci femminili vanno a ricomporre, come tessere di un mosaico, le riflessioni intime e interiori di una donna».

Lo spettacolo, articolato in quadri, ha il tono del teatro antico – perché utilizza i canoni della rappresentazione classica, nei limiti consentiti dalla censura islamica – ed è di grande attualità.

«La vita femminile» dice ancora Ghazali «è fisiologicamente intrecciata al dolore. Ma esiste anche un’altra sofferenza, una forma di disumanità, inflitta alle donne dalla società in cui vivono, che rifiuta di ascoltarne la voce».

Quella iraniana è una società sospesa tra mille sollecitudini e contraddizioni. Se il cinema iraniano si è da tempo imposto sulla scena mondiale, altrettanto stanno facendo letteratura e teatro che rispecchiano e narrano quelle tensioni. I teatri, in particolare, garantiscono un’apertura a proposte che arrivano dal resto del mondo che il pubblico iraniano accoglie con grandissima partecipazione e curiosità.

Il successo nel Paese (il lavoro di Ghazali è stato sold out a Teheran per diverse settimane) si accompagna a quello che la compagnia ha riscosso recentemente in Germania, in Italia e in altri paesi europei.