foto-madri-costituentiIl 2 giugno 1946 furono eletti i membri della Assemblea costituente: 556, di cui 21 donne.

Cinque di loro – Maria Federici (DC), Teresa Noce (PCI), Angelina Merlin (PSI), Nilde Iotti (PCI) e Ottavia Penna Buscemi (UOMO QUALUNQUE) – entrarono a far parte della Commissione Speciale incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione da discutere in aula, divenuta nota con il nome di Commissione dei 75.

Si doveva allora ricostruire un mondo, un mondo in cui fino a quel momento le donne erano stato escluse dall’accesso alle cariche istituzionali, elettive, dal diritto di voto stesso.

Ma avevano combattuto, resistito, lottato con gli uomini contro il fascismo. Rivendicarono i loro diritti e fecero sentire forte la loro voce, lavorando in squadra, malgrado le provenienze culturali, politiche, di estrazione sociale diversissime.

Le accomunava la fierezza di essere nella Costituente; la attenzione al reale, ai bisogni della vita di tutti i giorni; la consapevolezza che non ha senso proclamare i diritti se non si è in grado di goderne effettivamente; la volontà di dare valore alla persona.

Ebbero grande peso nella scrittura di alcuni articoli della Costituzione.

In primo luogo l’art. 3 comma 2.

Vi sono articoli che oggi in parte non corrispondono più alla cultura che vogliamo affermare, sono quelli in tema di famiglia e lavoro: art. 29, 37. Vanno capiti nel contesto di allora.

Vedremo un video, conosceremo queste donne. Ci aiuterà a capire quel mondo Lidia Menapace.

Concludo dicendo: sono passati 70 anni, abbiamo ottenuto molto.

E oggi una donna – la ministra Boschi – ha proposto la riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum. Se non possiamo pensare di chiamarla una “figlia costituente” – date cotali madri – possiamo però ritenere che anche noi, noi tutte, sapremo svolgere nel voto al referendum la nostra funzione costituente.

Ed è pur vero che formalmente non è in gioco la prima parte della Costituzione, che stabilisce i diritti e i doveri, ma la seconda, che regola le forme di funzionamento dello Stato, della democrazia parlamentare. Ma è anche vero che la parte “organizzativa” della Costituzione mette insieme strumenti e tecniche di garanzia idonei ad assicurare l’attuazione dei principi della prima parte: l’uguaglianza, i diritti fondamentai, i diritti sociali.

Nicoletta Gandus