desdemonaSui giornali si parla solo dei carnefici, mai delle vittime. Per questo è nato lo  spettacolo “Desdemona e le altre” sulla rappresentazione mediatica del  femminicidio. Nasce dall’indignazione verso una categoria ancora riluttante  ad utilizzare il termine femminicidio e che rifiutava di capirne il senso.  Femminicidio spiega il movente per cui una donna è stata uccisa, non il fatto che una donna sia morta. Donne uccise dagli uomini e due volte  vittime. Prima dei mariti, dei compagni e degli ex fidanzati che le ammazzano. Poi della cronaca giornalistica che racconta i fatti. I media  riducono le vittime a corpi straziati, mentre indugiano sulle  motivazioni dei carnefici. Lo dimostrano i titoli di quotidiani e televisioni: «Ha ucciso per  rabbia”,  «Ammazza la moglie in un raptus di gelosia», «Disoccupato spara alla ex”, “Si era rifatta una vita, doveva pagare”».

Parole che si soffermano solo sugli autori del  femminicidio. Insistono sulla  loro psicologia, sulle armi che usano, sulle ferite che procurano.  Le vittime invece scompaiono: nome, cognome,  età, numero di coltellate. Pochissimi i cenni alla loro sofferenza, agli anni di vessazioni, al perché abbiano scelto di restare accanto ai loro assassini. È da queste constatazioni che nasce Desdemona  e  le  altre  –  Il  femminicidio  dalla  letteratura  alla cronaca.  Una pièce multimediale prodotta dalla rete di giornaliste Gi.U.Li.A.  Quasi un “mea culpa” di categoria, una riflessione per smettere di raccontare male i femminicidi.

Inizia con uno spezzone di un film di Orson Welles, Otello che soffoca Desdemona e chiude su Carmen pugnalata  da José. In  mezzo due racconti di detenute vittime di violenza e quello di un uomo che agiva violenza. Desdemona ha  avuto due diverse rappresentazioni dal vivo, una alla Camera del Lavoro di Milano e un’altra all’interno del carcere di San Vittore. Da questa è stato tratto un filmato in DVD. L’associazione G.i.U.L.i.A ha prodotto, sempre sul tema della violenza contro le donne, il volume “Stop violenza”.

Partecipano: Enrico Finzi, giornalista e ricercatore sociale, Francesca Garbarino, criminologa, responsabile Cipm (Centro per la mediazione sociale e penale del Comune di Milano), Fabio Roia, magistrato, presidente di Sezione del Tribunale di Milano e componente del Tavolo permanente contro la violenza di genere della Regione Lombardia. Autore del libro “Crimini contro le donne“.

Introducono: Gegia Celotti, giornalista, socia di G.i.U.L.i.A.  Responsabile Cpo dell’Ordine giornalisti  della Lombardia; Marina Cosi, giornalista, presidente di G.i.U.L.i.A;  Silvano Piccardi, attore e  regista.

 6 febbraio 2019 – ore 19.30

Spazio da Vivere – Via Marsala 8

La presentazione dell’evento sulla 27esimaora del Corriere della Sera online.