Muore di nascosto la generazione che ricorda quel 25 aprile del 1943 a Milano. Muore senza cure, senza ossigeno, senza funerale, senza memoria. Muore mentre, sotto l’urto del contagio, il business delle R.S.A. gira a vuoto: il Covid svuota posti letto che la Regione riempie con un nuovo Covid, in un ciclo senza senso.

Dopo la smaterializzazione di settimane e corpi rinchiusi, mentre il virus circola libero nei focolai domestici delle persone contagiate e nelle comunità residenziali della città, trasmettendo un’infezione che si poteva, almeno in parte, prevenire (e che ora si dovrebbe curare!), oggi 8 persone in bicicletta (con mascherine e guanti) sono state aggredite dalla polizia mentre portavano fiori e drappi per celebrare la memoria partigiana.

Colpevoli riverberi di resistenza, non solo frammenti inerti di privata resilienza, riportano letteralmente il corpo al centro della riflessione e dell’azione politica.

Corpo disobbediente, out of place, represso in strada. Corpo sociale in lutto che lancia cunei di libertà nel meccanismo di un irresponsabile controllo. Corpo sfinito, precarizzato, sfruttato, di operatori privi di ogni dispositivo di sicurezza. Corpo rinchiuso in coorte se contagiato nelle strutture di accoglienza. Corpo vecchio, fragilizzato, infantilizzato, sminuito, delegittimato, dementizzato, offeso, dei ragazzi e delle ragazze del secolo scorso.

Corpo sociale contagiato e colpevolizzato per la diffusione di un virus che tra pochi giorni riparte dal tuo posto di lavoro dove niente nel frattempo è cambiato.

ORGOGLIO COVID – BRIGATE LESBICHE