di Grazia Longoni

È un racconto drammatico e sconcertante quello che la regista Benedetta Argentieri ci trasmette con il suo ultimo documentario The Matchmaker in programma al cinema Anteo giovedì 6 ottobre alle 19.30*. Riguarda un centinaio di migliaia di persone (la stima è della Cia), tra cui molte migliaia di donne, che hanno lasciato le loro normali vite di cittadini occidentali per unirsi allo Stato Islamico (Isis) in Medio Oriente. In questi giorni abbiamo incontrato e intervistato Benedetta alla Casa delle Donne.

Qui aveva presentato, nell’ottobre 2019, l’altro suo docufilm I’m the Revolution, reportage sulla lotta delle donne che in Kurdistan, in Siria, in Afghanistan e in Iraq combattono i fondamentalismi e l’occupazione straniera per affermare la libertà dei loro popoli e la libertà di se stesse, di tutte le donne oppresse.

“Sapevo che anche tra i miliziani dell’Isis c’erano donne e ho voluto guardare l’altra faccia del ruolo femminile in quelle guerre” ha detto. “Sui media occidentali erano rappresentate o come vittime passive, costrette a seguire e a sposare i miliziani, o come pazze invasate. Volevo raccontare la realtà al di là degli stereotipi e chiedere a loro perché avevano fatto quella scelta”.

Cuore del docufilm è l’intervista a Tooba Gondal (nella foto in basso a sinistra) che ha lasciato l’università a Londra poco più che ventenne nel 2015 per andare in Siria dopo aver reclutato online una dozzina di donne occidentali  disposte ad arruolarsi nell’Isis e a sposare i guerriglieri.

È lei la “matchmaker”, come l’avevano definita i media inglesi, l’organizzatrice dei contatti. Argentieri l’ha incontrata nella primavera del 2019 nel campo di detenzione siriano di Al Hol, dove sono rinchiusi 57 mila prigionieri dopo la sconfitta dell’Isis nel 2017 e la capitolazione dell’ultima sacca di resistenza a Baghouz nel 2019.

Tooba Gondal  ha parlato con la regista per oltre sette ore in due settimane di incontri.

È sconfitta. Forse è pentita, forse invece è ancora in contatto con un Isis che esiste e si sta riorganizzando proprio nei campi di prigionia. Benedetta Argentieri e il suo film non giudicano. Ci lasciano una testimonianza che interroga anche tutte noi, donne occidentali e femministe.

 

*Ci si può prenotare all’Anteo, le socie della Casa hanno una convenzione presentando la tessera 2022

photo di copertina: @Bruna Orlandi