Lea Melandri ritorna alla Casa delle Donne di Milano con il suo Laboratorio di “scrittura di esperienza” il 10 e l’11 febbraio 2024.
Ecco la presentazione del Laboratorio scritta dalla stessa Lea:

A differenza dell’autobiografia, che lavora sui ricordi, sulla loro messa in forma all’interno di una narrazione, di un senso compiuto, quella che ho chiamato più volte “scrittura di esperienza” tenta di spingersi in prossimità delle zone più nascoste alla coscienza, affidandosi a frammenti, schegge di pensiero, emozioni, che compaiono proprio quando si opera una dispersione del senso.

Parlare della relazione uomo-donna, del legame ambiguo tra amore e violenza – ma più in generale di tutte le passioni che hanno il corpo come parte in causa – vuol dire far luce su una memoria del corpo che resta generalmente confinata in una “naturalità” astorica: la nascita, l’infanzia, i ruoli sessuali, l’amore, l’invecchiamento, la malattia, la morte. È quello che potremmo definire l’“impresentabile della vita” o le “viscere della storia”, di cui si vedono oggi i riflessi deformati, banalizzati, nell’industria dello spettacolo, nella pubblicità, nel populismo, nel sessismo e nel razzismo, ma su cui sembra difficile produrre cultura e cambiamenti.

Come è stato per la pratica dell’autocoscienza e pratica dell’inconscio – nel femminismo degli anni Settanta –, di cui la “scrittura di esperienza” si può considerare il prolungamento o la ripresa, si tratta di imparare a leggere nei nostri scritti la scrittura dell’inconscio, collocare la parola scritta dentro alla storia del corpo, creare un luogo in cui sia possibile mettere in scena il sogno e il suo svelamento.

“Dovreste ascoltarmi come s’io sognassi” – dice Sibilla Aleramo – con riferimento a una “rappresentazione del mondo aprioristicamente ammessa” dalle donne stesse e “poi compresa per virtù di analisi”.

In altre parole, si tratta di recuperare la sfera dei sentimenti, delle emozioni, dei sogni, dell’immaginario, oltre che come consapevolezza, come “valore”, parte integrante dei nostri giudizi, della nostra formazione intellettuale, delle nostre scelte; sottrarla alla svalutazione che la vede ancora oggi come “sentimentalismo” o “miseria” femminile.

Inoltre, restituire alla storia, alla cultura, alla politica, passioni e accadimenti considerati ad esse estranei – l’“altro”, l’impolitico, l’astorico, ecc. – può essere un modo per entrare in una relazione inedita con la società in cui viviamo, indurre senso di responsabilità e desiderio di cambiamento.

La ricaduta è perciò doppia: sulla storia personale e sulle relazioni sociali. In modo particolare, interessa la scuola, in quanto luogo dove l’organizzazione precoce dell’individuo può essere coattivamente “ripetuta”, o, nel migliore dei casi, “ripresa” per aprirsi a nuove soluzioni, così come la formazione di tutti i soggetti che sono coinvolti nelle situazioni di violenza contro le donne, a partire dalle persone che lavorano nei Centri antiviolenza.

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Per questo Laboratorio le iscrizioni sono chiuse perché abbiamo raggiunto il numero massimo di 22 iscritte, ma poiché vi è già una lista di attesa per un secondo Laboratorio, invitiamo chi fosse interessata a scrivere a: bibliomediateca@casadonnemilano.it, indicando nell’oggetto: Lea Melandri.