È una cara amica e socia di lunga data della Casa, una grande psicologa e scrittrice, da decenni in prima linea nei movimenti delle donne e nella società civile milanese. Per questo siamo tutte felici che Silvia Vegetti Finzi sia premiata, il prossimo 7 dicembre, con l’Ambrogino d’oro, classica benemerenza cittadina.

Silvia ci ha spesso accompagnato nelle riflessioni sull’immaginario femminile, sulla maternità, sul ruolo di cura. Sua caratteristica è il tono garbato, la capacità di parlare in modo semplice e chiaro di questioni anche complesse, l’empatia nei confronti di ogni donna e delle sue problematiche. Che si parli di bambine e bambini, di adolescenti, di madri, di nonne, Silvia ha sempre qualcosa di profondo e meditato da comunicare. Con l’attenzione costante ai mutamenti dei ruoli e dei valori nel tempo.

Così ha fatto per anni. In collaborazioni e interviste sui media. E con l’impegno politico, etico e sociale: è vicepresidente della Casa della Cultura e componente del comitato scientifico del Vidas, l’associazione vicina a chi soffre.

Ancora oggi all’università si studia la sua Storia della Psicoanalisi (1986). Resta un classico il suo saggio Il bambino della notte (1990) così come la trilogia di consigli per gli educatori scritta insieme ad Anna Maria Battistin: “A piccoli passi”; “I bambini sono cambiati”; “L’età incerta: i nuovi adolescenti”. E il successivo “Nuovi nonni per nuovi nipoti”.

In via Marsala ha presentato i suoi ultimi libri, “Una bambina senza stella” e “L’ospite più atteso. Vivere e rivivere le emozioni della maternità”.

Ed è anche alla Casa delle Donne che vuole dedicare questo ultimo riconoscimento.