Ucraina distruzioni

Sabato 5 novembre 2022 si terrà a Roma una grande manifestazione per la cessazione dei combattimenti in Ucraina a l’avvio di immediate trattative di pace, promossa da Europe for peace, alla quale ha aderito anche la Casa delle Donne di Milano.

Non solo in Italia, ma in molte parti d’Europa crescono nell’opinione pubblica la richiesta di un cessate il fuoco e il timore dell’“armageddon nucleare”, di recente ventilato sconsideratamente da Biden in risposta a una bellicosa affermazione di Putin.

Malgrado ciò, anche nel nostro paese rimane un enorme divario tra l’opinione pubblica e la linea bellicista assunta dal passato governo e sposata in pieno dalla futura Presidentessa del Consiglio.

Eppure quello che oggi risulta evidentissimo già si poteva prevedere all’inizio della scorsa primavera. Pubblichiamo a questo proposito una Lettera aperta al Cancelliere Scholz, comparsa il 29 aprile scorso sulla storica rivista femminista tedesca “Emma”.

La lettera recava tra i primi 28 firmatari il nome di Alice Schwarzer – che 45 anni fa ha fondato “Emma”  e ne è ancora redattrice capo – ed è stata tradotta per il nostro sito da Gabriella Buora.

Oggi la lettera aperta, sottoscrivibile da chiunque lo voglia, è ancora all’indirizzo https://www.change.org/p/offener-brief-an-bundeskanzler-scholz?recruiter e ha ampiamente superato le 400.000 firme.

Egregio Signor Cancelliere,

apprezziamo che Lei abbia finora considerato i rischi con tanta attenzione: il rischio che la guerra si diffonda in Ucraina e il rischio che la guerra si diffonda in tutta Europa; sì, il rischio di una terza guerra mondiale. Perciò speriamo che Lei ricordi la Sua posizione originaria e non fornisca più, direttamente o indirettamente, altre armi pesanti all’Ucraina. La preghiamo invece di contribuire in ogni modo perché si possa giungere il più rapidamente possibile ad un cessate il fuoco, ad un compromesso che entrambe le parti possano accettare.

Condividiamo il giudizio sull’aggressione russa come violazione della norma fondamentale del diritto internazionale. Condividiamo anche la convinzione che vi sia un fondamentale dovere politico e morale di non tirarsi indietro davanti alla violenza aggressiva senza resistenza. Ma tutto ciò che ne può derivare ha i suoi limiti in altri imperativi dell’etica politica.

Siamo convinti che ora siano state raggiunte due di queste linee di confine. In primo luogo il divieto categorico di accettare un rischio manifesto di una escalation verso un conflitto nucleare.  La fornitura di grandi quantità di armi pesanti potrebbe certamente portare la Germania ad essere parte in guerra. E un contrattacco russo potrebbe quindi provocare la richiesta di assistenza ai sensi del trattato Nato e quindi il pericolo immediato di una terza guerra mondiale. La seconda linea di demarcazione è il livello di distruzione e sofferenza umana tra la popolazione civile ucraina. Rispetto a ciò anche la legittima resistenza contro l’aggressore a un certo punto finisce per essere insopportabilmente sproporzionata.

Mettiamo in guardia contro un doppio errore: in primo luogo che la responsabilità del pericolo di una escalation verso il conflitto nucleare ricada esclusivamente sull’aggressore originario e non anche su coloro che gli forniscono deliberatamente un motivo per un’eventuale azione criminale. In secondo luogo che la decisione sulla responsabilità morale degli ulteriori “costi” in vite umane tra la popolazione civile ucraina ricada esclusivamente nella competenza del loro governo. Le norme moralmente vincolanti sono di natura universale.

La pressione sull’escalation degli armamenti potrebbe essere l’inizio di una corsa agli armamenti globale con conseguenze catastrofiche non da ultimo per la salute globale e il cambiamento climatico. Nonostante tutte le differenze è importante lottare per una pace mondiale. L’approccio europeo della molteplicità condivisa è un modello per questo.

Egregio Cancelliere, siamo convinti che il Capo del governo tedesco possa dare un contributo decisivo a una soluzione che resista al giudizio della storia. Non solo considerando il nostro attuale potere (economico), ma anche in considerazione della nostra responsabilità storica – e nella speranza di un futuro pacifico comune.

Speriamo e contiamo su di Lei!

Distinti saluti

 

 

* La foto che illustra questo articolo è tratta dal sito di “Emma”: https://www.emma.de/thema/ukraine-krieg-339307

(a cura di Paola Redaelli)