Ci lasciamo coinvolgere volentieri nella narrativa di autrici che indagano la forza e le tragedie delle donne. Borgo Sud è la seconda felice prova narrativa di Donatella di Pietrantonio (Einaudi 2020): ritroviamo le due sorelle de L’Arminuta alle prese con le scelte dell’età adulta e coi difficili lasciti dei traumi affettivi vissuti nell’infanzia.

Esploriamo cultura e dialetto sardo con la storia della tenace bambina appassionata di musica, protagonista del vivace testo Maicolgècson di Paola Soriga Mondadori, 2021. L’appassionante thriller di Ilaria Tuti, Figlia della cenere, Longanesi 2021, ripropone la figura indomita della detective Teresa Battaglia, alle prese con il caso che ha segnato la sua esistenza.

Continuate a leggere e a mandarci i vostri contributi all’indirizzo librarsi@casadonnemilano.it. Buona estate!

Donatella di Pietrantonio
Borgo Sud
Einaudi 2020

Borgo sudAbbiamo conosciuto l’autrice, il suo stile teso e le sue straordinarie protagoniste sorelle nel felice romanzo d’esordio L’arminuta.
A molte lettrici e lettori sono sembrati sorprendenti ed efficaci lo stile scarno e incisivo, lo sguardo rivolto lucidamente agli aspetti più duri e sconcertanti dell’esistenza.

In questo secondo libro Donatella di Pietrantonio prolunga le vicende intrecciate delle due sorelle, e dei loro uomini, nell’età matura. Il linguaggio dell’autrice mantiene la sua forza espressiva, che viene dalle fonti del dialetto materno e da uno sguardo profondo sulle tragedie e sulle risorse impensate delle donne.

Le vite delle due sorelle, colme di slanci e di sbagli, s’intersecano nei loro percorsi differenti , in una relazione ininterrotta e ricca di colpi di scena.
Entrambe sono state segnate dalle deprivazioni affettive delle relazioni primarie: la protagonista/narratrice, più matura e riflessiva, prosegue nelle relazioni adulte le ambivalenze suscitate dagli abbandoni e disconoscimenti materni.

La più giovane, Adriana, più impulsiva e ribelle, viene addirittura maledetta, in un rito arcaico, dalla madre. Le due sorelle sono incapaci di perdonarla, ma anche, nel profondo, di fare a meno della sua forza primordiale e crudele.

Accanto alle protagoniste, il romanzo delinea le figure di due uomini, i rispettivi compagni, molto amati e per diversi aspetti sbagliati e inaffidabili. L’attenzione dell’autrice si ferma con particolare intimità su Piero, il marito della protagonista, impegnato nella ricerca del proprio orientamento sessuale tra falsità e rivelazioni. Borgo Sud è il quartiere dei pescatori di Pescara, dove le due sorelle incontrano orizzonti più vasti delle montagne abruzzesi originarie.

Il tema del materno, con le relazioni primarie disfunzionali che si ripercuotono poi nelle scelte della maturità, resta sempre sottotraccia, si replica nel rapporto tra Adriana e il figlio.
Le due sorelle legatissime e differenti s’imprimono nell’immaginario di chi legge come era avvenuto per la coppia di Elena e Lila nella quadrilogia di Elena Ferrante.

Ci sarà spazio, e disponibilità creativa dell’autrice, per altre puntate?
L’Arminuta e Borgo Sud sembrano testi aperti a nuovi eventi nel tempo.
Certo, la curiosità di chi legge per i possibili sviluppi narrativi resta però in secondo piano, rispetto alle qualità espressive e artistiche dell’autrice.

Vittoria Longoni


Paola Soriga
Maicolgècson
Mondadori, 2021

SorigaChi ha trascorso almeno una vacanza in Sardegna non potrà non gustare questo romanzo, divertente saga familiare ambientata in un paese del Campidano non lontano da Cagliari.
Famiglia mononucleare ma “allargata” grazie a un gran numero di zii, zie, cugini e cugine, che l’autrice descrive in modo sapiente nella sua quotidianità allegra e un po’ caotica.
Un vero e proprio spaccato di vita e di società, in cui l’irrompere – soprattutto nei dialoghi ma non solo – della lingua sarda aggiunge spontaneità e vivacità a un racconto già di per sé frizzante.

Ma lo stile leggero, quindi molto adatto a periodi estivi come quello che stiamo vivendo, non deve trarre in inganno. Perché sia pur in modo piacevole e divertente il romanzo tocca temi attuali e importanti, come la diversa educazione di maschi e femmine (più accondiscendente con i primi, più severa con le seconde) o il desiderio di emancipazione femminile.

Protagonista è una bambina, Remigia, che già dalla contestazione del nome assegnatole (era quello del nonno) mostra un carattere forte e ribelle.
La sua salvezza è l’amore per la musica, trasmessole da zii e cugini più grandi, grazie al quale troverà una via di riscatto dalla sua condizione di bambina non particolarmente attraente.

Ma ci vorrà anche molta tenacia da parte sua per convincere i genitori a farla partecipare a due trasmissioni televisive, che saranno l’occasione per uscire dall’isola e visitare l’agognato continente.
Remigia, detta Maicolgècson o anche Mike, dovrà conquistare la realizzazione del suo sogno con fatica, superando ostacoli e disillusioni, ma sorretta da una grande passione e da una altrettanto grande determinazione.

L’autrice, Paola Soriga, è nata e cresciuta a Uta, in provincia di Cagliari. Attualmente risiede a Roma. Maicolgècson è il suo terzo romanzo, i precedenti Dove finisce Roma e La stagione che verrà sono stati pubblicati da Einaudi Stile Libero. Ha scritto anche il libro per ragazzi La guerra di Martina pubblicato da Laterza.

Annamaria Vicini


Ilaria Tuti
Figlia della cenere
Longanesi, 2021

narrativaSi tratta di un thriller a più strati, ben costruito.
La protagonista, Teresa Battaglia, infallibile indagatrice di delitti seriali, ha lasciato fin dai primi testi dell’autrice un’impronta forte in chi legge. La caratterizza la volontà di scandagliare anche la mente del serial killer, di voler in qualche modo dialogare con lui e di accostare la sua malvagità a quella di altre persone, perché dietro a ogni colpevole ci sono sempre altri esseri umani, altre colpe e situazioni in parte condizionanti.

Il tempo del romanzo si sposta continuamente dal presente al passato traumatico della protagonista; la narrazione si interseca in alcuni capitoli con le incursioni dei vari personaggi presso un prezioso mosaico paleocristiano che fu teatro di eventi sciamanici nel IV secolo d.C., conservato nella Basilica di Aquileia: le sue tessere possono includere inquietanti frammenti di ossa umane.
Questo è il quinto romanzo scritto nell’arco di pochi anni da Ilaria Tuti, dopo Fiori sopra l’inferno. Ninfa dormiente, Fiore di roccia e Luce nella notte (ambientato durante la prima guerra mondiale).

In questo ultimo lavoro protagonista è ancora l’indomita Teresa Battaglia, che rappresenta e racconta una storia di dipendenza affettiva e di straordinaria forza delle donne. Essa ora deve fare i conti con l’interrogativo cruciale della sua vita.

Proprio mentre l’età e qualche acciacco nella memoria la spingono a ritirarsi dal suo incarico, s’imbatte in un vecchio caso, che evoca eventi e ferite non ancora guarite.
Essa riprende un dialogo, mai del tutto interrotto, col primo criminale che era stato condannato a una lunga reclusione proprio in séguito alle sue indagini di ventisette anni prima, quando era una poliziotta inquirente alle prime armi, sposata con un marito violento.

Così dice la protagonista:
«La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me. È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare. Eppure, nessun sollievo mi è concesso.

Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero. Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità. Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.»

Teresa Battaglia affronta e risolve insieme alla sua squadra devota e affezionata il caso più difficile: quello che la riguarda in prima persona. Dalla cenere, se si ha il coraggio di indagarla, si rinasce.

Vittoria Longoni

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