Virginia Woolf con il padre Sir Leslie Stephen

Virginia Woolf con il padre Sir Leslie Stephen

Una serata riuscita, divertente e stimolante a detta della cinquantina di partecipanti, quella che martedì 9 si è svolta alla Casa. Tema: una decina di storie di “coppie virtuose”, quelle in cui il femminile e il maschile collaborano, si aiutano, progettano, si valorizzano reciprocamente.
Con le storie presentate dal numero 129 di Leggendaria, abbiamo parlato di fiabe (Hãnsel e Gretel), di antichità classica (Plutarco e Timossena), dei padri inglesi di età vittoriana che hanno valorizzato il talento di figlie come Jane Austen, le sorelle Brontë, Virgina Woolf; della strana coppia dell’Ulisse di Joyce (Molly e Leopold), di economisti premio Nobel (Lin e Vincent Osrom), di matematici, di filosofi come Stuart Mill e Hariett Hardy, di grandi della letteratura come George Sand e Gustave Flaubert. Ma anche di attori come Katehrin Hepburn e Spencer Tracy, di grandi fotografi come Gerda Taro e Robert Capa, di fumetti come Nathan Never e Legs.

Un quadro di coppie di diverso tipo, di diverse epoche, di diverse condizioni. Che ci hanno trasmesso un insieme di parole e valori positivi. Amore, passione, amicizia, affidamento, collaborazione, stima, fiducia, dono, creatività a due, sinergia di talenti, comuni ideali sociali e politici, condivisione dell’azione, scambi di ruolo, ribaltamenti di codici, diversità e complementarietà. All’insegna di qualcosa che è il contrario dell’invidia, che spesso avvelena
le relazioni tra donne e uomini (e tra donne).

Dove ci porta tutto questo? A un’ideale mente androgina come quella di cui ci parla Virginia Woolf? O a un presente di confronto tra femminile e maschile, dove resta la necessità di una separatezza tra donne ma dove appare ineludibile un confronto con gli uomini, o almeno alcuni di loro, per esempio per affrontare il tema della violenza sulle donne?
Tanti spunti su cui andare avanti.