Nelle settimane scorse abbiamo raccolto una serie di riflessioni che, partendo dal tema “#iorestoacasa”, cioè dall’isolamento forzato a causa del virus, cercassero di rintracciare un punto di vista di donne e utile alle donne. Le trovate tutte nell’Archivio.

Ora sentiamo di essere entrate in una nuova fase, che non è solo la famosa “Fase 2” su cui si interrogano i mondi della politica e dell’economia, ma un nuovo e inedito stato d’animo in cui si mescolano voglia di ricominciare e timore di ripiombare nell’emergenza, progetti e paure, desiderio di relazioni e tentazione di chiudersi in un guscio protettivo. Anche su questi vissuti continuiamo a cercare sguardi di donne, raccogliendo e segnalando i link agli interventi che ci sembrano più stimolanti.


Passata la fase più dura dell’emergenza Covid, uno dei temi su cui sarebbe utile tornare a riflettere è quello dell’acqua e della sua disponibilità come bene comune e cosa pubblica, in Italia e in tutto il mondo. C’è un elemento pratico di grandissimo peso: la principale misura preventiva nei confronti del virus, che resterà per i mesi a venire, è la raccomandazione di lavare molto spesso le mani. Ma questo semplice gesto è impossibile in molti paesi del mondo, soprattutto in Africa, dove sono le donne a procurare, spesso con grande fatica, l’acqua necessaria per bere e per cucinare: per lavarsi, e per giunta spesso, non ce n’è. C’è poi un elemento molto più generale, che riguarda l’ecologia del pianeta, in cui la disponibilità di acqua è decisiva per la sopravvivenza di tutte le specie.

Per aver detto queste cose in un articolo sul Corriere della Sera del 3 maggio, Dacia Maraini è stata pesantemente attaccata e definita “nota intellettuale incivile” dall’ex radicale Marco Taradash. A lei, da sempre impegnata sui temi delle donne, va la solidarietà della nostra Casa.

https://www.corriere.it/cronache/20_maggio_02/salviamo-l-acqua-pubblica-privati-c26d961e-8ca2-11ea-9e0f-452c0463a855.shtml