foto davanti casa donne milanoDa Napoli, anzi per essere più precise da Chiaiano, sono giunte in visita alla nostra Casa quindici giovani donne impegnate nel progetto ‘Soli.D.A. – Solidarietà tra le donne in agricoltura’ che ha come obiettivo principale il sostegno delle donne con difficoltà di conciliazione tra vita lavorativa e familiare, donne che operano principalmente nelle aziende agricole presenti nel territorio del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli (http://www.parcodellecollinedinapoli.it).

Il progetto si propone di “favorire il lavoro in condizioni di serenità e benessere alle donne occupate e accrescere la possibilità di occupazione delle donne che sono costrette a scegliere tra lavoro e cura familiare”. A fare da guida in questo viaggio “nordico” che le ha portate a visitare molte imprese agricole del territorio,  c’è Cristina Rizzelli di Aislo, Associazione italiana incontri e studi sullo sviluppo locale, che è uno dei soggetti promotori.

Il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli è un’area urbana di particolare bellezza e importanza nella parte nord-occidentale della città, 2.215 ettari che corrispondono a circa un quinto dell’intero territorio comunale, dalle pendici della collina dei Camaldoli fino alla Selva di Chiaiano e al Vallone di San Rocco.

In questa magnifica realtà naturale, non ancora pienamente valorizzata nemmeno dalla stessa cittadinanza napoletana, sorgono numerose aziende agricole a conduzione familiare in cui le donne hanno però un ruolo secondario, e spesso non sono consapevoli della grande potenzialità auto-imprenditoriale che invece possono sviluppare.

“Creare solidarietà fra donne è uno degli obiettivi più importanti del progetto Soli.D.A.”, spiega Eleonora Borrelli (che è anche presidente del progetto  ‘A gonfie vele’, e s’intende che stiamo parlando delle Vele di Scampia). “Un lavoro quotidiano molto impegnativo… Cosa vuol dire solidarietà? Farsi raccontare dalle donne del Parco le loro difficoltà, le loro speranze, creare momenti di incontro e di sostegno. Le abbiamo incontrate in vari luoghi e abbiamo ascoltato storie molto forti per noi giovani”.

Capire che tipo di economia sia possibile, promuovere un approccio diverso all’agricoltura, collegandosi alla cultura contadina, e soprattutto fare rete, un aspetto molto importante che è anche il motivo per cui sono venute qui a conoscerci, a chiederci di raccontare la storia della Casa, com’è nata, come ci siamo collegate, come l’abbiamo costruita.

In effetti una rete tra loro già si è creata, il gruppo è formato da quindici donne che sono diventate amiche e che vogliono aiutare le altre donne a capire il proprio valore e a operare per una trasformazione e un rinnovo del territorio secondo criteri di sostenibilità ecologica, ad esempio attraverso la creazione di marchi di certificazione partecipata che possano promuovere i prodotti e le tipicità del Parco.

Con noi della Casa c’è anche Chiara Cremonesi di “Donne in Campo” a raccontare una messe di esperienze e consigli preziosi sul modo di fare rete, creare solidarietà e auto-imprenditorialità, immediatamente raccolti e apprezzati. “Il modo delle donne di trattare la terra è diverso – dice Chiara -, perché pensano al futuro”.

Su questa perfetta sintesi l’incontro si può concludere, con tanti abbracci e l’impegno di non perdersi di vista.

 

Floriana Lipparini