Le pandemie e le guerre sono riesplose in tutta la loro drammaticità. Siamo alla ricerca di approfondimenti, di analisi e di possibili strumenti di prevenzione e di contenimento dei danni.

Antonella Viola nel suo libro Danzare nella tempesta. Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario (Milano, Feltrinelli, 2021), ragiona sulle potenzialità della ricerca immunologica, che esplora nuove risorse nel contrasto ai virus nocivi e a molte altre patologie.

Vittoria Longoni nel suo libro Madre Natura. La Dea, i conflitti e le epidemie nel mondo greco (Milano, Enciclopedia delle Donne, 2021) analizza le connessioni tra guerre, malattie e carestie nella Grecia antica: un paradigma androcentrico opposto al modello di benessere, pace, parità e armonia tra i generi e le componenti sociali, connesso al principio femminile.

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Antonella Viola
Danzare nella tempesta, Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario
Milano, Feltrinelli,  2021

Copertina di Danzare nella tempestao di A. ViolaAntonella Viola è brava e competente e anche bella e sicura di sé. Forse questi sono purtroppo alcuni dei motivi per cui ora subisce strane minacce di origine abbastanza sospetta. È soprattutto per questo motivo che mi accingo a fare la recensione del suo libro, dato che la sua presenza televisiva rende certo superflua e inessenziale qualche citazione in più.

Non è  un libro sul Covid, ma sul sistema immunitario: ovvero su quel complesso sistema che produce una reazione ai virus e batteri patogeni, innescando una infiammazione difensiva che tuttavia, se è troppo estesa e protratta nel tempo, può a sua volta trasformarsi in un trauma per il nostro corpo.

Con un’immagine tipicamente femminile, che nella natura non vede qualcosa di ostile, come più frequentemente avviene agli uomini, vede l’azione del sistema immunitario, in conflitto con gli agenti patogeni provenienti dall’esterno, piuttosto come la coreografia di una danza che una guerra. Questo vale senza dubbio per gli agenti naturali.  Per difenderci dagli assalti dei patogeni deve avere una grande sensibilità, e ‘beccarli’ in tempo, quando sono in quantità molto piccole, sapendo riconoscere e distinguere ciò che può essere dannoso da ciò che non lo è, concentrandosi solo sui segnali importanti.

Studiosa di biologia evoluzionistica, Viola è una fan di Darwin, che ritiene il più grande rivoluzionario della storia umana. Lo associa a Mendel, che dopotutto ha gettato le basi della genetica umana studiando le piante di piselli pochi anni dopo l’uscita del libro L’origine delle specie (1859); gli studi di Mendel sono stati pubblicati nel 1865.

Cosa c’entra Darwin con l’immunologia? Secondo Viola molto, perché nella sua idea di selezione naturale, “Tra le forze in gioco in grado di operare sulle variabili che possono essere trasmesse alle generazioni successive, c’è l’adattamento a un ambiente pieno di potenziali nemici”.

Il sistema immunitario è dunque strettamente legato all’evoluzione. In un mondo pieno di microbi, la maggior parte dei quali simbionti nostri e delle piante e dei suoli, ovvero benefici esserini che lavorano per noi, come fa il sistema immunitario a sentire la presenza dei microbi e a distinguere ciò che é pericoloso? Viola si addentra in un’affascinante spiegazione, impossibile da riassumere in poche righe.

Nel corso degli anni la nostra studiosa, assieme a molti suoi colleghi sparsi per il mondo, ha studiato i segnali che le cellule si scambiano per comprendere quali tra loro frenino e quali invece accelerino il nostro sistema immunitario: è una ricerca che in Italia non è più finanziata. Viola vorrebbe che le fossero restituite attenzione e risorse. Potrebbe alla fine servire a bloccare reazioni autoimmuni, oppure a scovare linfociti che si innamorano del partner sbagliato, per esempio una cellula tumorale, risparmiandola.

L’immuno-oncologia sta diventando una scienza di successo, anche nelle terapie. Nel 2000 Viola è tornata a Padova, dove ha continuato a studiare i linfociti T, per tentare di capire come fanno certi tipi di tumori a renderli inoffensivi. Negli Stati Uniti sono stati sperimentati anticorpi efficaci contro determinati tipi di tumori (melanoma, carcinoma del rene e del colon, alcuni tipi di tumori dei polmoni).

Tra il 2010 e il 2012 è stata dimostrata la chiara efficacia di un anticorpo, scoperto da uno scienziato giapponese che per questo ha preso il premio Nobel, nel trattamento di  diversi tipi di cancro. I pazienti, anche con metastasi, hanno avuto reazioni così eclatanti da modificare per sempre la terapia oncologica.

Un altro strumento che oggi hanno in mano gli oncologi è rappresentato dalle cellule CAR-T. Si tratta di un linfocita che riconosce un antigene ricavato con l’ingegneria genetica, e perciò chimerico (Chimeric Antigen Receptor), utile per curare i linfomi e la leucemia acuta. La terapia con cellule CAR-T oggi è utilizzata con enorme successo per trattare i bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta. Quello che è certo è che nel futuro della lotta contro i tumori c’è molta immunologia.

Dunque Viola è un’immunologa, e allora perché le chiedono pareri da virologa? Semplice: ”Quando l’epidemia ci ha travolti – dice –, quando abbiamo iniziato a comprendere il ruolo chiave della risposta immunitaria nel determinare non solo la guarigione ma anche la morte dei pazienti, insieme ai miei collaboratori abbiamo deciso di fermare tutto quello che stavamo facendo e allestire il laboratorio per studiare la risposta dei pazienti COVID-19”.

La restante parte del libro affronta il problema dell’infiammazione, che è la prima linea di difesa dei nostri tessuti. Quando c’è un processo infiammatorio in corso, le citochine infiammatorie modificano completamente le proprietà dei nostri vasi e rendono le cellule endoteliali adesive e pronte a favorire i processi coagulanti.

Viola sostiene che le madri che usano troppi prodotti disinfettanti fanno un danno ai loro figli senza volerlo. Il libro parla anche di allergie, un problema diffuso soprattutto nei paesi occidentali, del microbiota, del nostro stile di vita. E infine di quello che non sappiamo. Ci sono ancora moltissimi punti oscuri, dunque sarà  importante prestare attenzione alla ricerca immunologica.

Valeria Fieramonte*

*Una versione più articolata di questa recensione si può leggere sul sito della LUD, nella rubrica “libri”: http://www.universitadelledonne.it


Vittoria Longoni
Madre Natura. La Dea, i conflitti e le epidemie nel mondo greco
Milano, Enciclopedia delle donne, 2021.

Copertina di Madre Natura“I conflitti e le epidemie nel mondo greco” recita il sottotitolo del libro di Vittoria Longoni. Che senso ha oggi, in tempi di drammatiche guerre giunte nella vecchia Europa, guardare tanto indietro? Addirittura al mondo greco. È storia lontana e conclusa?

L’indagine di Longoni dice di no. Anche perché non è solo un’indagine storica ma mitologica, archeologica, di analisi testuale. Oltre a ciò, è il metodo di indagine che rende attuali i risultati della ricerca: sono stati analizzati i poemi omerici, l’Iliade, l’Odissea, i testi degli storici, della medicina e sono stati messi in controluce scoprendo una filigrana che alcuni di noi avevano intravisto ma di cui non sempre eravamo consapevoli.

L’autrice ha moltiplicato queste tracce e ha riempito i vuoti, le omissioni, i non detti, tenendoli in ordine secondo un filo che nel testo si fa sempre più costante e chiaro. Si parte dalla premessa, in cui forte risuona l’eco degli Inni Omerici con gli accenti alla sorprendente esplosione del sistema dei viventi: terra, cielo, piante, umani. Tutto è vivo, in movimento e trasformazione e tutto è interconnesso. Antiche voci lanciano un monito all’essere umano: che non prevalga su ciò che lo circonda ma conviva con esso in armonia.

Dagli Inni Omerici al coro dell’Antigone di Sofocle, l’autrice rintraccia le orme di remote culture pre-patriarcali fondate sulla Dea Madre, la Dea Natura o Gaia. Di sapienza oracolare e universale, la Dea si appella ai limiti di ogni vivente e alla sua connessione con il cosmo. Una legge che, se tradita, porta al disordine e al disastro.

È attuale questa antica norma di sopravvivenza e tragicamente reale il disattenderla oggi, in tempi di squilibri ambientali, di epidemie che invadono i continenti cosiddetti civilizzati, di guerre dentro all’Europa.

Tra gli altri, è proprio il tema della guerra che attraversa come un filo d’acciaio le pagine di questo saggio, connettendolo con gli altri disastri. E, partendo dalle teorie di Marjia Gimbutas, dimostra come i conflitti armati siano la cifra del dominio maschile, relativamente recente rispetto alle precedenti forme di convivenza pacifica delle società matrilocali. Vittoria Longoni riesamina le pagine dei testi dell’antica Grecia, l’epica e le tragedie, le fonti storiche di Teucidide e la medicina ippocratica.

Il conflitto armato è oggetto di rappresentazione epica e tragica portando con sé un patrimonio di valori maschili: la “bella morte”, l’”onore”, la “gloria”, l’”offesa lavata col sangue”. Tutti premi per giustificare la sopraffazione di una fazione sull’altra e indorare combattimenti e massacri, stupri di donne e loro schiavizzazione, cadaveri contesi o ai quali infliggere l’estremo dileggio, la mancata sepoltura.

Il senso di potere in una società maschile e armata si basa sulla capacità di aggredire altri poteri in un rimando di sopraffazioni che vengono identificati come rapporti di forza. Non ultima la forza di esorcizzare la morte infliggendola al nemico.

I grandi testi greci hanno alimentato la nostra cultura, ci hanno stimolati, hanno contribuito a formare anche l’immaginario con il loro carico poetico. Inutile negarlo. Ma cosa sarebbero stati l’Iliade e l’Odissea, gli Inni Omerici e le tragedie senza i cori? Senza il controcanto costante che risuona di dolore, di pietas, di dissenso? Cosa sarebbero stati questi che chiamiamo capolavori classici senza la voce di Antigone, senza quella degli oracoli, senza le lacrime di un re sconfitto che chiede di riavere il cadavere di suo figlio morto in battaglia o della figlia tratta in schiavitù? Cosa sarebbe stata l’Iliade oltre “l’ira funesta” senza la vulnerabilità e la solitudine di Achille? E senza le tracce di antiche civiltà matrilineari che si riconoscono sotto l’ampia e potente creatività di Madre Natura in molti inni?

Tutti questi elementi attirano l’attenzione non più solo al susseguirsi delle battaglie, ma alla riflessione critica e filosofica su un modello culturale che sembra inevitabile ma che in modo evidente si è trasformato in gabbia. Il libro di Longoni ci mostra questa distonia.

E, venendo alle fonti storiche, il paragrafo dedicato a Tucidide sottolinea la lucidità dello studioso che, inaugurando un nuovo metodo storiografico, basato su documenti e testimonianze piuttosto che sulla volontà degli dei o del fato, mette in evidenza il carattere autodistruttivo della legge brutale dei rapporti di forza.

Il saggio completa la nostra lettura del passato, fornendo nuove ragioni e nuova consapevolezza a motivo della passione che abbiamo provato e proviamo verso i testi classici; suggerisce come rileggere le guerre, il potere aggressivo e il dominio sulla natura e come uscire da quella logica, dentro alla quale è difficile dipanare un pensiero di pace coerente e soluzioni dignitose. Come nel passato così nel presente.

Angela Giannitrapani

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