a cura del Gruppo Libr@rsi della Casa delle Donne di Milano.
Molto vivace, interessante e decisamente utile l’incontro tra le editrici femministe, di ieri e di oggi, tenuto alla Casa delle Donne sabato 14 Novembre nell’ambito di Bookcity 2020. Capofila dell’incontro Laura Lepetit (prima foto da sinistra), geniale e intrepida fondatrice dalla storica “Tartaruga”.
Con lei Luciana Tufani (seconda da sinistra), anima dell’omonima casa editrice portata avanti dagli anni Ottanta con totale dedizione e con risultati di grande qualità; accanto a loro esperienze ed editrici più giovani.
Rossana Di Fazio e Margherita Marcheselli (al centro) hanno ideato e fondato il blog Enciclopedia delle Donne, tanto prezioso e necessario che oggi non riusciremmo neppure a immaginare che non esista; il progetto poi è diventato un’impresa editrice vera e propria, con un profilo innovativo sia nel catalogo che nei modi.
Molto recente è anche la coraggiosa esperienza di Settenove, giovane in tutti i sensi, dedicata soprattutto all’educazione di bambine/i e ragazze/i contro gli stereotipi di genere: Monica Martinelli (a destra), la fondatrice, ci ha molto colpito e commosso per l’audacia con cui ha scommesso la sua esistenza sul progetto e per il vivace contrasto vissuto coi sostenitori dell’ottusa campagna sul “Gender”.
I nuovi problemi dell’editoria di oggi
Molti interventi da parte del numeroso pubblico che seguiva l’incontro via Zoom: tentiamo di riassumere qualche punto.
Le motivazioni che spingono le editrici “storiche” e nuove sono fondamentalmente le stesse, e le esperienze passate hanno senz’altro influito e influiscono sui contesti culturali e sociali: un riconoscimento doveroso, che ci incoraggia. I tempi però sono cambiati, e se nei decenni del secolo scorso Laura Lepetit, col suo fiuto infallibile, poteva fare da punto di raccolta quasi spontaneo per autrici e femministe, oggi bisogna misurarsi coi nuovi media, con l’impatto di un’industria editoriale che ha, sì, le sue difficoltà nel mondo di oggi, ma che si avvale di tutto l’apparato televisivo e giornalistico.
Le odierne case editrici più piccole invece, pur avendo scoperto e sostenuto autrici di grandissimo rilievo, raramente riescono a “bucare” il soffitto di cristallo costituito dai media main stream e dalle logiche di profitto dei grandi editori. Il risultato è che alcune autrici e autori, interlocutori immancabili e previsti, occupano la scena, mentre le energie nuove stentano a farsi riconoscere.
Inoltre alcuni temi proposti da editrici femministe vengano fatti propri, banalizzati e annacquati dai media, rischiando di compromettere la loro carica di innovazione.
L’importanza di mettersi in rete
Per affrontare questa sfida oggi è più che mai necessario mettere in rete le diverse editrici femministe, stabilire forme di collaborazione che uniscano le forze e le risorse: il gruppo Libr@rsi/ Bibliomediateca e tutta la Casa delle Donne di Milano si mettono a disposizione per rafforzare ed estendere questa rete, con incontri periodici.
Durante il dibattito abbiamo toccato con mano le differenze tra le editrici storiche, che si sono affermate per talento, dedizione e intuizione con attività spontanee e piacevoli, e le più giovani che si misurano oggi con la necessità di sostenersi anche partecipando a bandi italiani ed europei e cercando altre forme di finanziamento e di promozione.
Nessuna intende ovviamente rinunciare al piacere e all’entusiasmo di un’attività editoriale scelta liberamente per passione etica e culturale, ma le giovani oggi fanno i conti con una diffusa precarietà economica, molto più grave che nel passato.
E le nuove case editrici hanno necessità di sostenersi in altri modi, per sopravvivere e per incidere sul mercato e sul contesto culturale.
Per questo si misurano con gli annunci sui social, con gli ebook, con nuove attività rivolte al pubblico giovanile, con diversi canali comunicativi, con le faticose possibilità offerte dai bandi.
Laura Lepetit, la più “storica” e la più coraggiosa, ha messo sul piatto un’altra sfida: la possibile fondazione di un giornale femminista on-line. Cosa certo difficile, ma possiamo cominciare a pensarci.
Nel frattempo teniamoci in contatto e facciamo rete. Invitiamo anche altre editrici, che hanno un catalogo interamente femminista o che propongono delle collane dedicate, a contattarci per incontri e collaborazioni future.
Per contatti: info@casadonnemilano.it; librarsi@casadonnemilano.it