Si consolida la rete delle Case delle Donne - Padova 2024
di Grazia Longoni e Vittoria Cova
Prosegue nei prossimi giorni di aprile, anche con appuntamenti online, il confronto tra le Case delle Donne di tutta Italia per tracciare la prima “mappatura” dei luoghi delle donne.
È uno dei frutti del primo incontro nazionale, organizzato dalla Casa di Padova e ospitato dal Comune nelle sale del Municipio, che si è svolto a Padova l’1 e il 2 marzo 2024. Due giorni per conoscerci di persona, raccontarci le storie e le pratiche di 14 Case e Luoghi delle donne di tante città d’Italia, avviare il lavoro su molti obiettivi comuni. Finora c’erano stati contatti tra singole Case e molti incontri online. Ora l’idea è quella di avviare un rapporto più strutturato e continuativo per avviare una sempre più solida rete di scambi di proposte e di esperienze.
La due giorni di Padova ha visto un confronto appassionante e ricco. Quattro tavoli tematici per discutere del ruolo politico dei Luoghi delle donne, di Cura e welfare, di femminismi oggi, di contrasto alla violenza di genere. E una discussione in plenaria sulla guerra e sulla drammatica situazione a Gaza che ha prodotto un appello finale.
Il Tavolo sulle Case delle Donne ha visto partecipare Case grandi e più o meno storiche come Torino, Bologna, Milano, di medie città come Pisa, L’Aquila, Ravenna, Trieste e Udine, piccole come San Donà e Jesi, nuovissime come Firenze. È stato interessante conoscerci e conoscere le caratteristiche di ogni Casa. Da quelle che hanno vere e proprie sedi utilizzabili anche per eventi pubblici a quelle che hanno solo alcune stanze. Da quelle che hanno contratti di comodato con i Comuni (per esempio Milano e Firenze) a quelle (come San Donà di Piave) che hanno affittato un negozio e si pagano le spese. Anche l’organizzazione interna è diversa: alcune si basano sull’associazione di singole donne, altre sono nate come ATS (Associazione temporanea di scopo) o in condivisione con altre associazioni del territorio. Le attività proposte sono simili – accoglienza, integrazione, lavoro culturale, libri e mostre, corsi di vario tipo – ma ciascuna ha una peculiare storia ed esperienza.
Tutte le Case hanno in comune una grande positività: quella di produrre risorse di valore che restano nei loro territori. Elaborazione del pensiero femminista, capacità di accoglienza, impegno sui temi dell’autodeterminazione delle donne, sulla salute, sull’ambiente, sull’organizzazione sociale e delle città. Ma anche capacità di gestire pluralità e conflitti, rapporti non sempre facili con le istituzioni locali, autofinanziamento e gestione amministrativa. Di qui l’importanza di condividere in rete esperienze, competenze, relazioni. Primo passo: è stato costituito un gruppo di lavoro che crei la mappa aggiornata di tutte le Case d’Italia e delle loro caratteristiche.
L’impegno sulla cura e sul welfare parte dalla constatazione che anni di privatizzazioni e logiche di profitto hanno indebolito soprattutto le donne: nella sanità, nelle riduzioni dei servizi sociali, nella riorganizzazione dei servizi. Basti pensare alle insufficienze dei consultori e dell’assistenza psicologica, alla difficoltà per le donne di accedere all’aborto e in particolare a quello farmacologico, ai nuovi bisogni del mondo Lgbtq. Due gli obiettivi delineati. Il primo: riappropriarci dei consultori che spesso sono stati ridotti di numero, poco accessibili e poco conosciuti. E che subiscono la separazione, contraria allo spirito per cui sono stati creati, tra l’aspetto sanitario e quello psicosociale. Oggi in molte città c’è un consultorio ogni 50 mila abitanti, mentre la legge che li ha istituiti prevedeva un rapporto uno a ventimila. Un secondo obiettivo è promuovere nelle Case l’incontro tra la generazione che i consultori ha voluto e ottenuto e le generazioni più giovani che potrebbero accedervi e spesso ne ignorano persino l’esistenza. Un esempio positivo di battaglia intergenerazionale si è visto nello scorso novembre a Trieste: Non Una di Meno e il Comitato contro la chiusura dei consultori hanno occupato il consultorio di via San Marco, per protesta contro il dimezzamento delle strutture.
Più in generale il Tavolo ha discusso delle proposte per fare diventare le città un bene collettivo. Uno strumento può essere l’inchiesta-questionario tra le donne per mappare i servizi disponibili e raccogliere le loro esigenze e richieste nei confronti della città. A Padova questo è stato fatto e i risultati saranno presto resi pubblici.
Il Tavolo sui Femminismi (vedi di seguito il report di Vittoria Cova che ha partecipato per la Casa di Milano) ha affrontato i temi del confronto, delle alleanze e delle pratiche tra i diversi femminismi di oggi, con particolare attenzione al rapporto tra la generazione del femminismo degli anni 70 e quella del transfemminismo intersezionale di oggi. Obiettivo: il ruolo delle Case nel dare spazio al confronto e all’ascolto.
Il Tavolo sulla Violenza ha deciso di scorporare il tema della guerra – affrontato in plenaria affidando poi a un gruppo ristretto la stesura di un Appello finale – dal tema della violenza di genere.
Due le questioni prioritarie affrontate. La prima è il rapporto con i Centri Antiviolenza (Cav) che gestiscono concretamente accoglienza, aiuto e protezione alle donne vittime di violenza. Alcune Case sono anche Cav, altre si propongono di promuoverne la creazione nei loro territori, altre, infine, operano in collaborazione con i Cav esistenti nella loro città e con la rete Di-Re.
La seconda ha riguardato la prevenzione e la presa in carico delle donne. In particolare sono state analizzati alcuni obiettivi di mobilitazione. Tra questi, a livello nazionale, rivendicare l’attuazione delle normative in materia e in particolare le norme integrative del “codice rosso” (legge 168 del 2023), denunciare l’insufficienza delle risorse stanziate a livello governativo e le inefficienze dei Tribunali, segnalare i problemi relativi ai minori (violenza assistita, orfani di femminicidio, ecc)
Tema cruciale per tutte le Case è promuovere la prevenzione della violenza nelle scuole, in famiglia, nel mondo produttivo. In particolare si è discusso del ruolo del femminismo nel contrasto agli stereotipi di genere, di come aprire le Case ai ragazzi, femmine e maschi. E di interrogarci come Case sui modi per coinvolgere gli uomini.
Un’altra attività di prevenzione è quella di analizzare e denunciare il linguaggio sulla violenza contro le donne utilizzato da molti media e della comunicazione social.
Femminismo storico e femminismo delle nuove generazioni a confronto.
Il Tavolo era composto da 25 donne provenienti da varie Case d’Italia.
L’incipit è stato: cominciamo da noi.
Disposte le sedie in cerchio siamo state invitate a camminare all’interno del cerchio, a ognuna è stato chiesto di scegliere una compagna e facendo leva su tre indizi chiave indovinare in che anno questa persona ha compiuto 20 anni.
Questo metodo ha permesso di evitare presentazioni lunghe, fare sintesi dei propri vissuti e mettere in evidenza che il gruppo era composto in prevalenza da una generazione che aveva 20 anni tra fine degli anni ‘60-70, ma era presente anche la generazione delle ventenni tra il 2000-2004. Mancavano invece le donne che avevano vent’anni negli anni ‘80-90
Siamo state divise in 4 sottogruppi con una referente; il compito era rispondere in pochi minuti ad alcuni quesiti riferiti alla storia personale e a quella della Casa che si rappresentava.
Tento una sintesi molto parziale.
Ieri la pratica femminista è nata attraverso la consapevolezza del corpo, sono nati gruppi di autocoscienza e ambulatori autogestiti; negli anni ‘70 le donne sono scese in piazza per manifestare il dissenso nei confronti della società e del rapporto con l’uomo, lo slogan era “il mio corpo è mio e lo gestisco io”.
Oggi le manifestazioni per il 25 novembre e l’8 marzo sono i momenti clou per l’incontro tra le diverse generazioni. Domanda: come si può trovare un ambito per questo confronto tra pratiche e linguaggi diversi? Siamo d’accordo che sugli obiettivi materiali concreti è indispensabile trovare modalità comunicative.
Si sente la necessità di un coordinamento intergenerazionale per conoscersi.
Rimangono aperte molte domande, per esempio: “come gestire l’aggressività, come gestire assemblee con bisogni di generazioni diverse, come riflettere sul separatismo”.
Abbiamo chiuso con la consapevolezza di avere chiarezza sul passato, ma di dover trovare una modalità per gestire il futuro.
Per passare il testimone e imparare a lasciar spazio alle più giovani
DOCUMENTI del Convegno 2024
Report-Tavolo-violenza-di-genere-PD-1-2-marzo-24-PDF-.pdf
Report-Tavolo-La-cura-mancante-PD-1-2-Marzo-24-PDF.pdf
Report-Tavolo-Femminismi-PD-1-2-marzo-24-PDF.pdf
report Tavolo Case e luoghi delle donne PD 1-2 marzo 24 PDF
DONNE IN NERO FEMMINISMO E PACIFISMO PD 1-2 marzo 24 PDF
Appello contro la guerra delle Case, PD 1-2-marzo 24 PDF
le socie di Apri@mo vi accoglieranno dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19:30. il mercoledì anche dalle 10 alle 13:30, e 10.30-13.00 anche il giovedì
ORARI SPORTELLO
Lo Sportello degli Sportelli vi aspetta ogni giovedì, ore 16:45-19:00
e una volta al mese, il martedì, ore 10:00-12:00, sarà presente un’operatrice del Centro antiviolenza Cerchi d’acqua.
Ingresso da Via Marsala, 10. Per appuntamenti SMS al numero: 0039 375 717 7057 oppure: sportello@casadonnemilano.it
Dal 30 Novembre, dalle 10 alle 12, ogni mese saranno presenti operatrici dell’Area Lavoro di Cadmi, per dare alle donne supporto nello sviluppo del proprio progetto lavorativo.
BIBLIOMEDIATECA
Info: bibliomediateca@casadonnemilano.it
Non potremo mai rimanere indifferenti. Il massacro di Gaza continua.
I morti palestinesi dal 7 ottobre sono oggi più di 20 mila: donne, uomini e 7.700 bambini. Più di 50 mila sono i feriti. Centinaia di migliaia di abitanti di Gaza, costretti a spostarsi verso il sud della Striscia, sono ammassati nelle zone di confine con l’Egitto. Anche lì vengono bombardati dall’esercito israeliano, mentre mancano le risorse essenziali per sopravvivere, si diffondono le malattie, i pochi ospedali rimasti in piedi sono al collasso. Rilanciamo con forza l’appello a fermare i bombardamenti e l’assedio di Gaza che abbiamo pubblicato il 17 ottobre 2023 sul sito www.casadonnemilano.it con richiesta di condivisione su change.org: https:// www.change.org/p/ fermate-i-bombardamenti-e-l-assedio-di-gaza.
Siamo in lutto per tutte le vittime civili. E insieme denunciamo – da sempre – le donne uccise e stuprate nelle guerre. Donne israeliane, palestinesi e di qualsiasi nazionalità. Bisogna interrompere la spirale di aggressione, vendetta e violenza di pratiche politiche maschili che impediscono di avviare una via d’uscita dal conflitto e di immaginare la convivenza di due popoli. Come femministe denunciamo gli orrori di questa e di tutte le guerre, esempio estremo della violenza patriarcale. Siamo parte di quel movimento di donne che in tutto il mondo esprime indignazione e orrore per il perseverare in questo conflitto.Il Consiglio direttivo della Casa delle Donne di Milano 21 dicembre 2023
Mercoledì 15 con le giornaliste di GiUliA
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read moreChi siamo
La Casa delle Donne di Milano si pone come Associazione di promozione sociale che guarda senza discriminazioni di nessun tipo alle aspirazioni e alle esigenze di donne di ogni età, di ogni orientamento sessuale, che con storie e culture diverse, abitano la nostra città. [continua a leggere]
Sportello degli sportelli
Lo Sportello degli Sportelli è uno spazio di accoglienza e orientamento per le donne verso i servizi e le opportunità che il territorio di Milano offre loro su diverse tematiche.
Bibliomediateca Laura Lepetit
Costituire e gestire una raccolta di testi narrativi e saggistici scritti da donne e significativi, resi disponibili alla consultazione e al prestito delle socie
Scuola di Italiano Francesca Amoni
La scuola nasce con l’obiettivo di essere luogo per l’apprendimento della lingua italiana, ma anche luogo di incontro e conoscenza reciproca.
Corsi
Mens sana in corpore sano. La Casa offre alle socie la possibilità di frequentare corsi per il benessere del corpo e della mente.
Gruppi di lavoro
Alla Casa sono attivi molti gruppi di lavoro ai quali le socie possono partecipare liberamente in base ai loro specifici interessi.
Calendario
La Casa organizza conferenze, dibattiti e spettacoli per condividere idee e cultura. Propone incontri conviviali per creare relazioni e legami di solidarietà.
Spunti di riflessione
La Casa è parte attiva dei movimenti femministi e attenta alle politiche e alle dinamiche sociali che si sviluppano in questo contesto.
Spazio da vivere
E' un luogo di incontro, di riflessione, di ascolto e di altro con cui lo vorrete riempire. Vi accoglierà per bere un tè con biscotti, per leggere un libro preso nella Bibliomediateca e altro.
Le reti partecipate
Rete Scuole senza permesso
Rete Scuole Senza Permesso è il nome che ha voluto darsi una rete di scuole di italiano per immigrati milanesi, nata nella primavera 2005, per dichiarare la propria identificazione con i senza diritti.
Non una di meno
La violenza di genere non è un’eccezione o un’emergenza del momento, ma il prodotto del patriarcato che ha una storia millenaria.
No Muri No Recinti
Come Rete femminista “No muri, no recinti” stiamo da molti mesi costruendo un percorso di sensibilizzazione e contrasto rispetto alle politiche europee sulle migrazioni.
Jin, jiyan, azadi
per essere vicine alle nostre amiche e compagne curde che in questo momento sono oggetto di attacchi da parte degli stati patriarcali:
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